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Giannino: "Fermare il declino,
ma non insieme al centrodestra"

Il giornalista spiega il programma del suo movimento nellʼ "Intervista della domenica" di Tgcom24

Tgcom24

"Corro da solo. E' una prova difficile, ma è solo l'inizio. Bisogna dirlo, in fondo il cristianesimo iniziò con dei martiri e dopo duemila anni è ancora tra noi". Métafora importante quella scelta da Oscar Giannino per spiegare, intervenendo all'interno della rubrica di Tgcom24, “L'intervista della domenica” di Alessandro Banfi, l'iniziativa politica lanciata con il suo movimento "Fermare il declino". Ecco i punti principali toccati dal giornalista nel corso del colloquio:

Centrodestra: "E' impossibile entrare nel centrodestra. Siamo nati quattro mesi fa sul giudizio della fine della seconda repubblica e della contrapposizione tra destra e sinistra. Noi proponiamo l'abbattimento del debito con quello che ha lo Stato. La patrimoniale la paga lo Stato. In 18 anni il centrodestra è stato votato per questo ma non l'ha fatto".

La non alleanza con Monti: "Alla prova dei fatti hanno la testa dura e una componibilità non c'è stata. Prima che pubblicasse l'agenda, dicemmo a Monti questo è il nostro programma, fateci un fischio. Poi però il fischio è arrivato troppo tardi. Quando c'è stata la rottura con Italia futura, questa è avvenuta non per Monti, ma per i nostri numeri che erano troppo precisi e impegnativi. Ho sperimentato che in questi mesi il nostro programma viene definito troppo preciso e velleitario. Questo mi dà amarezza".

Il programma: "Il primo obiettivo è l'abbattimento del debito pubblico in una maniera diversa. Quella vista finora è l'alta tassazione, ma siamo arrivati al punto di non ritorno. Poi c'è la sinistra che vuole aggiungere la patrimoniale, non funziona la prima figuriamoci questa. Noi invece vogliamo che la patrimoniale sia lo Stato a pagarla. Lo Stato ha nelle sue disponibilità molti mattoni, società e concessioni largamente eccedenti a quei 25 punti di debito pubblico che vanno diminuiti in 5 anni. La seconda cosa dipende dalla prima ovvero si può procedere a tagliare la spesa pubblica ma non il welfare ma, diversamente da prima, retrocedendo con le imposte. Cosa che fino a oggi non è stata così, anche con Monti i tagli erano coperture di nuove spese. Terza cosa a cui tengo molto è quella di ricentrare il welfare italiano sulle vere vittime della crisi: giovani, donne e sud. Sono obiettivi che non sono solo interventi di finanza pubblica elitaria. Con il patrimonio pubblico abbattiamo il debito, con i tagli alla spesa riduciamo le imposte".