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Ddl Sallusti, torna il carcere per i giornalisti
Ok dal Senato con voto segreto: 131 i sì

Approvato lʼemendamento della Lega che reintroduce la reclusione fino a un anno in caso di condanna per il reato di diffamazione. Battuto il governo che aveva espresso parere contrario

LaPresse

Il Senato ha approvato a voto segreto l'emendamento della Lega, appoggiato anche da Api, che prevede la reclusione fino a un anno in alternativa a multe da 5mila a 50mila euro per il reato di diffamazione a mezzo stampa, presentato all'articolo 1 del ddl Sallusti. Il voto è arrivato con 131 sì, 94 no e 20 astenuti. Battuto il governo che aveva dato parere negativo alla proposta leghista dopo aver invitato il Carroccio al ritiro.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo per decidere il da farsi. Dopo il voto il vicecapogruppo Pd, Luigi Zanda, aveva chiesto la sospensione con la motivazione che il voto "va in senso opposto" a quanto previsto dall'accordo sul provvedimento. Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo Udc, Gianpiero D'Alia, che ha chiesto una nuova capigruppo perché il "voto incide sull'intesa e su quel testo".

Contraria al ritorno in commissione del provvedimento la Lega. "Il voto non stravolge nulla, non ce n'è bisogno". Questa la motivazione del presidente dei senatori del Carroccio, Roberto Castelli, che smorza lo sbigottimento dell'Aula del Senato: "Con meno di un anno in galera non si va, quindi nessuna sanzione detentiva. Voi di sinistra avete sempre contrastato la macchina del fango e ora la difendete? La verità è che la macchina del fango l'avete inventata voi e oggi la volete difendere".