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Riforme, il governo scivola al Senato con il voto segreto: battuto due volte

LʼEsecutivo è andato ko su un emendamento che complica il cammino in quanto rende incoerente la riforma del Senato. Il presidente Pietro Grasso finisce nel mirino di maggioranza e opposizione. Bagarre in Aula: la senatrice Bianconi, colpita, viene portata in ospedale

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Un'altra giornata tesa al Senato sulla strada per le riforme. Come temeva Renzi la "trappola" del voto segreto è scattata mandando ko il governo, battuto su un emendamento. Uno scivolone che, inoltre, rende la riforma del Senato incoerente complicando ulteriormente le cose. Nel mirino anche il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, criticato anche dai suoi del Pd per aver concesso il voto segreto.

Ad accendere le polveri è stato il voto a un emendamento del leghista Stefano Candiani che attribuisce al Senato i pieni poteri legislativi sui temi etici e sui diritti. Grasso ha concesso lo scrutinio segreto, suscitando l'ira in aula del capogruppo del Pd Luigi Zanda. Nonostante il parere contrario del governo, l'emendamento è stato approvato con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti.

Il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto, ha sottolineato che con l'emendamento la riforma "non è intaccata". Il che è vero fino a un certo punto. Il ddl del Governo infatti, ha concepito il futuro Senato come una Camera delle Regioni, come una Camera di compensazione tra le stesse Regioni e lo Stato, con conseguente elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali. Attribuire poteri legislativi di natura politica significa invece farne un organismo ibrido.

Governo Renzi ko anche in commissione Giustizia - A rendere più amara la giornata del governo ci ha pensato poi la commissione Giustizia di Palazzo Madama, che ha modificato il decreto Carceri, contro il parere dell'esecutivo. Anche questa volta con il voto di alcuni dissidenti sulle riforme. Nel Pd, a partire da Pina Picierno e da alcuni senatori "renziani", i dissidenti sono stati paragonati ai 101 franchi tiratori che non fecero eleggere Romano Prodi al Quirinale. E' stato lo stesso Renzi, che da martedì sta cercando di ricucire con i frondisti dem, a togliere di mezzo il paragone, ammettendo però che il voto "lascia l'amaro in bocca" e che "viene scritta una pagina non positiva".

Bagarre in Aula, seduta sospesa più volte - Il presidente del Senato Pietro Grasso non ha fatto infuriare solo gli esponenti della maggioranza, ma è anche entrato nel mirino delle opposizioni. Questo a causa della sua decisione di non concedere il voto segreto su un altro emendamento del leghista Candiani che tagliava il numero dei deputati da 630 a 500. La seduta del pomeriggio e' stata sospesa perché M5S e Lega gridavano "libertà, libertà" impedendo i lavori. Alla conferenza dei capigruppo che si era riunita, Grasso ha dovuto minacciare di far portare via dai commessi uno per uno tutti i senatori che facevano "gazzarra" impedendo il voto. I capigruppo delle opposizioni hanno abbandonato la riunione e il pomeriggio è volato via cercando un chiarimento.

Senatrice in ospedale dopo gazzarra - In serata nuova sospensione dopo una bagarre con fischietti e urla. Grasso ha deciso di sospendere i lavori "perché una senatrice si è fatta male". A essere colpita nel corso dei tumulti è stata la senatrice Bianconi dell'Ncd. Per lei si sospetta una lussazione della spalla e per questo è stata portata in ospedale.