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L. stabilità, dalle detrazioni al bonus Ecco i "nodi" che il governo affronterà

Lʼelenco delle misure da programmare per la legge di stabilità sembra un rompicapo. Ma nel giro del prossimo mese e mezzo il governo dovrà trovare il modo di risolverlo, partendo innanzitutto da scelte politiche e allo stesso tempo non sottovalutando i costi di ogni operazione

matteo renzi termini imerese
ansa

Bonus Irpef, cassa integrazione e ammortizzatori sociali, contratto degli statali, detrazioni, Irap, spese indifferibili. Ecco l'agenda che dovrà affrontare il governo Renzo nel giro del prossimo mese e mezzo. Sono tutte misure da programmare per la legge di stabilità ma sempre sotto l'occhio attento di Bruxelles, nel rispetto dei parametri europei e con un progressivo rientro del debito.

Il primo capitolo sarà doverosamente quello degli 80 euro. Matteo Renzi e tutta la sua compagine sono più che mai convinti di confermarlo. L'obiettivo iniziale era quello di estenderlo anche a partite Iva e pensionati. Ma, vista la situazione dell'economia italiana, la promessa, ha ammesso il premier, non potrà essere facilmente mantenuta.

L'idea che qualcuno rispolvera e' quindi quella di cui Ncd si è fatto paladino nel corso del dibattito parlamentare sul decreto Irpef, quella cioè di estendere il bonus almeno alle famiglie numerose, prevedendo comunque un tetto massimo di reddito intorno ai 50.000 euro.

In Senato le risorse necessarie, circa 300 milioni di euro, non furono trovate e il ministero dell'Economia decise di mantenere fede all'impianto iniziale del provvedimento e di rimandare la questione alla legge di stabilità Il costo del rinnovo del bonus non salirebbe poi tanto visto che per renderlo strutturale per la platea identificata quest'anno (lavoratori dipendenti dagli 8mila ai 24mila euro con un progressivo decalage fino a 26mila) ci vogliono 6,5 miliardi. Dei 10 miliardi totali, 3,5 sono infatti già stati identificati con misure di spending review considerate permanenti.

A dir poco spinoso è poi il nodo statali. Per rinnovare il contratto ci vogliono 4-5 miliardi di euro in tre anni (tutti da contabilizzare in questa manovra), che però, secondo le stime dell'allora ministro della p.a. Gianpiero D'Alia, potrebbero arrivare addirittura 7. Una cifra monstre, che ha fatto nascere l'idea di rinnovare il contratto solo parzialmente, per un anno magari o solo nell'indennità di vacanza contrattuale, anch'essa al momento bloccata per legge.

Risorse da trovare nella spending review, circa 2,5 miliardi, sono anche quelle lasciate in eredita' lo scorso anno dal governo Letta, che contava sui tagli della spesa per evitare un taglio delle detrazioni. Giungla anche questa in cui vari governi, compreso l'attuale, hanno piu' volte tentato di mettere mano, non portando pero' a casa al momento alcun risultato. Rimettere ordine nel settore senza un aumento generalizzato delle tasse significa infatti intervenire con il bisturi in un mare magnum che va dalle spese per i funerali a quelle mediche, comparto questo che secondo alcuni potrebbe essere toccato da una prossima revisione.

Nel conto della manovra 2015 vanno quindi inseriti anche 2 miliardi circa per il rifinanziamento della Cig, 4 miliardi delle cosiddette spese indifferibili come quelle militari o come le agevolazioni per l'autotrasporto o il settore agricolo (che guarda caso erano in qualche modo toccate nelle prime bozze del dl Irpef). Infine, in base ai calcoli a spanne dei tecnici, altri 2 miliardi di spese varie vanno ogni anno sempre considerati. Per un totale che va quindi, a seconda del peso dei dipendenti p.a., dai 22 ai 24 miliardi di euro.