FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Usa 2016, il vice di Trump si sfila e appoggia speaker Camera Ryan

Il tycoon non sostiene la rielezione dei big ma Mike Pence si sfila e sostiene Ryan

Il candidato repubblicano alla vicepresidenza, Mike Pence, si sfila di fatto da Donald Trump schierandosi con Paul Ryan, lo speaker della Camera, per la sua rielezione al Congresso Usa.

La decisione è arrivata a poche ore dallo strappo del magnate newyorchese, che ha pubblicamente annunciato la sua intenzione di non sostenere Ryan.

Si tratta di una mossa in contrasto con la posizione di Trump, che martedì, nel corso di un comizio in Virginia, aveva detto di non essere pronto per schierarsi dalla parte di Ryan. Un'uscita, quella del miliardario, che è suonata come una rottura con i vertici del partito (ha anche escluso l'appoggio al senatore John McCain, suo acerrimo nemico), ma anche come una punizione per quanto Ryan aveva detto lo scorso maggio.

"Non sono ancora pronto a sostenere Donald Trump", aveva detto facendo arrabbiare moltissimo il miliardario di New York. Anche se poi ga cambiato idea e sul palco della convention repubblicana di Cleveland Ryan è stato uno dei pochi alti dirigenti del partito a spendersi per la nomination di Trump.

La "pace" che sembrava siglata alla convention repubblicana sembra ormai un ricordo. Le ultime 48 ore di campagna elettorale sono state le più disastrose per Trump. Dopo le polemiche con la famiglia sul soldato musulmano ucciso in Iraq e l'aver evocato lo spettro di "elezioni truccate", ecco che arriva lo scontro interno.

Un Trump più che mai scatenato, però, che ancora una volta tenta di fare presa sulla pancia del Paese e sul sentimento diffuso di anti-politica e di ostilità nei confronti dell'establishment, cercando di contrastare quei sondaggi che dopo le convention danno in vantaggio la rivale Hillary Clinton. Ma a fare le spese di un clima mai così teso è soprattutto il Grand Old Party, sempre più nel caos e in balia di un candidato in cui il partito si riconosce sempre meno.

Anche i finanziatori cominciano a sfilarsi - Molti dei finanziatori e sostenitori della prima ora stanno abbandonando Trump. Vedi Meg Whitman, numero uno di Hewlett-Packard e da sempre repubblicana, che ha annunciato il suo voto per Hillary. Così come Maria Comella, l'ex portavoce del governatore del New Jersey Chris Christie, uno dei più vicini in questa fase al tycoon.

Una strategia mirata? - Ma il malumore ormai serpeggia nello stesso entourage dell'irrefrenabile candidato repubblicano, con i media americani che parlano di "grande frustrazione", anche tra tanti dei più stretti consiglieri del tycoon. La sensazione di molti - si racconta - sarebbe quella di partecipare oramai "a una perdita di tempo". Anche se non tutti la pensano così: alcuni osservatori parlano di un "rischio calcolato" da parte di Trump. Che se vuole battere Hillary a novembre non può che alzare il tiro e puntare sui tanti scontenti che non votano da decenni e che non aspettavano altro che una scossa al sistema.