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Polveriera Yemen, gli Stati Uniti evacuano tutto il personale

Consiglio di Sicurezza Onu convocato dʼurgenza. scontro frontale tra miliziani sciiti filo-iraniani e le forze lealiste al presidente Abed Rabbo Mansur Hadi. I ribelli controllano Taiz

Yemen attentato moschee
ansa

Gli Stati Uniti hanno evacuato il personale ancora presente nello Yemen. La decisione è stata presa dal Dipartimento di Stato. Nel Paese la tensione è altissima dopo i recenti attentati suicidi a Sanaa e lo scontro tra miliziani sciiti e le forze lealiste del presidente Abed Rabbo Mansur Hadi. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà nel pomeriggio per fare il punto sulla critica situazione in Yemen.

E' sempre più critica la situazione nello Yemen a poche ore dai sanguinosi attentati di Sanaa che hanno causato l'uccisione di oltre 140 persone. E' ormai scontro frontale tra miliziani sciiti filo-iraniani e le forze lealiste del contestato presidente Abed Rabbo Mansur Hadi, formalmente sostenuto da Stati Uniti e Arabia Saudita.

Caduta anche la città di Taiz - Ribelli sciiti appoggiati da sostenitori dell'ex presidente Ali Abdullah Saleh hanno preso il controllo della terza città dello Yemen, Taiz, e del suo aeroporto: lo hanno reso noto funzionari militari e della sicurezza del Paese. La città è il capoluogo della provincia più popolosa del Paese. Centinaia di persone sono scese in strada per protesta. Il rischio è lo scoppio di una guerra civile.

In questo quadro di estrema tensione Washington ha deciso di evacuare una propria base vicina a una località conquistata nelle ultime 24 ore da miliziani qaedisti nel sud del Paese. Si tratta della base aerea di Annad, nei pressi della cittadina al Huta, ieri conquistata da qaedisti che avevano ucciso una ventina di militari governativi. Nella base sono stazionati un centinaio di agenti delle forze speciali Usa e consiglieri militari americani ed europei, impegnati a sostenere l'ormai deposto governo di Sanaa nella lotta ai qaedisti.

Intanto i miliziani sciiti Huthi hanno ricevuto 185 tonnellate di armi da una nave iraniana attraccata nel porto di Salif sul Mar Rosso, e le forze lealiste strette attorno alla sempre più traballante autorità del presidente Abed Rabbo Mansur Hadi.

Quest'ultimo ha interrotto il lungo silenzio e, rivolgendosi alle vittime del quadruplice attentato suicida compiuto contro due moschee sciite di Sanaa e nel quale sono morte oltre 140 persone, ha definito gli Huthi "estremisti" alla stregua dei qaedisti. "Entrambi vogliono dividere il Paese e non vogliono il bene degli yemeniti", ha detto il presidente, che ha anche accusato i miliziani sciiti di aver compiuto "un golpe contro la legittimità costituzionale".