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Isis, Casa Bianca: "Nella regione almeno un altro ostaggio americano"

Il portavoce si riferirebbe allʼex marine e giornalista freelance Austin Tice, dato per sequestrato in Siria sin dal 12 agosto 2012

Austin Tice
dal-web

Nelle mani dell'Isis ci sarebbe un altro ostaggio di nazionalità statunitense. Lo rende noto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, nel giorno della conferma della morte di Kayla Mueller, forse uccisa durante un raid giordano, anche se il Pentagono smentisce. Il rapito sarebbe l'ex marine e giornalista freelance Austin Tice, dato per sequestrato in Siria sin dal 12 agosto 2012.

I suoi genitori hanno chiesto alla Casa Bianca un aiuto per riportarlo a casa, e, insieme all'associazione Reporters senza frontiere, hanno sollecitato politiche più efficaci a tutela degli ostaggi.

Marc e Debra Tice, di Houston, hanno riferito di aver preso parte ad alcuni incontri per la revisione della politica della Casa Bianca sulla gestione dei rapimenti. Del loro figlio Austin non si hanno più notizie dal 2012, esattamente da 906 giorni, ha precisato la madre, "Dopo quasi due anni e mezzo - ha detto in una conferenza stampa - sentiamo di avere bisogno di far sapere a tutti che nostro figlio è scomparso. Potete aiutarci a riportarlo a casa?".

La famiglia lancerà una campagna online a partire dal 16 febbraio con il supporto di Usa Today e altri media per diffondere il messaggio "Free Austin Tice" e far firmare una petizione da presentare al presidente Obama affinché faccia di più.

Austin Tice, un ex marine diventato giornalista freelance, quando è scomparso nell'agosto del 2102, stava scrivendo reportage sulla guerra civile. Ha lavorato, fra gli altri per Washington Post, McClatchy Newspapers, Associated Press, CBS e altri media, vincendo anche il premio Polk per i cronisti di guerra. Le circostanze della sua scomparsa sono tuttora un mistero.

Obama: "Gli Usa non pagano riscatti" - Barack Obama ha ribadito che gli Stati Uniti non pagano riscatti richiesti per cittadini tenuti in ostaggio da terroristi. "E' un punto fermo la nostra politica di non pagare riscatti con organizzazioni come l'Isis", ha detto in un'intervista a BuzzFeed News diffusa poche ore dopo la conferma della morte di Kayla Jean Mueller. La ragione è che, una volta che cominciassimo a farlo - ha continuato il presidente degli Stati Uniti nell'intervista - non solo finanzieremmo il massacro da parte loro di persone innocenti e rafforzeremmo la loro organizzazione, ma di fatto renderemmo gli americani ancor di più un bersaglio di futuri rapimenti". "Dire alle famiglie degli ostaggi nelle mani di terroristi che gli Stati Uniti non pagano riscatti "è tra le cose più dure", ha ammesso Obama.

Due arresti a Sydney - Due uomini sospettati di voler compiere attacchi terroristici con armi da taglio sono stati arrestati a Sydney. Lo riferisce la polizia australiana. Secondo alcuni media locali, i due intendevano agire in nome dell'Isis. L'Australia è stata teatro di recente anche di un sequestro di ostaggi da parte di un immigrato iraniano.