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Arriva un'app per salvare il mare

Sarà possibile segnalare gli sversamenti di petrolio in acqua in tempo reale grazie a un software messo a punto dallʼIstituto di scienza e tecnologie dellʼinformazione del Cnr di Pisa

Sito ufficiale

Una soluzione in soccorso all'ambiente arriva dalla tecnologia. Messa a punto un'applicazione che permette di segnalare eventuali sversamenti in maniera rapida. Si chiama Argo Sentinel, e si può scaricare gratuitamente da Google Play. Il software è stato sviluppato dal Laboratorio segnali e immagini (Si-Lab) dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Isti-Cnr).
Massimo Martinelli dell'Isti-Cnr ha spiegato: "Grazie a questa tecnologia, chi dovesse avvistare chiazze oleose potrà segnalarlo in modo semplice e immediato con il proprio smartphone al Cnr che contatterà le Capitanerie di porto interessate. Nell'applicazione l'utente ha a disposizione due pulsanti per segnalare sversamenti di diametro maggiore o inferiore a venti metri circa e un'area messaggio per descrivere l'avvistamento. Longitudine e latitudine faranno automaticamente parte della segnalazione grazie al Gps".

Un progetto finanziato dall'Unione europea

L'applicazione nasce nel contesto del progetto Argomarine, finanziato dall'Ue per la salvaguardia dell'ecosistema marino di aree protette, in particolare il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, coordinatore del progetto, e il Parco Nazionale Marittimo di Zakhyntos in Grecia. Martinelli ha continuato: "Le segnalazioni inviate con la applicazione vengono trasmesse al Marine Information System, il cervello della rete Argomarine realizzato dall'Isti-Cnr, in grado di analizzare e integrare con i modelli matematici previsionali dell'evoluzione dell'inquinamento i dati ottenuti da tecnologie varie come satelliti, veicoli autonomi sottomarini, boe attive per il controllo dei parametri meteorologici e del mare, 'nasi elettronici', sistemi di identificazione automatica delle navi. Le comunicazioni che riceveremo contribuiranno poi a dare vita alla prima mappa della salute del nostro mare generata dai suoi stessi fruitori".