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Commercio extra-Ue: tornano a crescere le esportazioni a maggio

La crescita dell'export e il calo dell'import hanno fatto attestare l'avanzo commerciale a 2,9 miliardi di euro

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Dopo la variazione negativa registrata ad aprile, a maggio le esportazioni verso i Paesi extra europei sono tornate a crescere ridando vitalità al commercio estero italiano. A certificare l'inversione di tendenza è l'Istat attraverso le sue ultime rilevazioni.

Il contributo maggiore alla crescita delle esportazioni è arrivato dalle vendite di beni energetici, che hanno registrato un +30,6% (tanto che al netto dell'energia le esportazioni risultano in calo dell'1,1%) rispetto al mese precedente. Bene anche quelli di consumo durevoli che hanno registrato, sempre rispetto ad aprile, un +1,9%.

In calo si sono mostrati invece i beni intermedi, che hanno riportato una contrazione del 2,5%, e i beni strumentali, con un -1,1%.

Se da un lato maggio ha visto crescere le esportazioni, dall'altro sono scese le importazioni. L'Istituto di statistica ha, infatti, rilevato un -1,9% congiunturale, risultato della flessione dell'8,2% dei beni strumentali e del 6,6% registrato invece dall'energia. +4,2% e + 0,9%, invece, per gli acquisti italiani dai Paesi extra-Ue di prodotti intermedi e beni di consumo.

La divergenza dei due flussi commerciali (quindi il calo dell'import e la crescita dell'export) hanno fatto crescere l'avanzo commerciale, che a maggio si è quindi attestato a 2,9 miliardi.

Dalle tabelle dell'Istat si rileva che, ancora una volta, la Russia, a causa dell'embargo stabilito da Mosca in seguito alle sanzioni Ue, è maglia nera per le esportazioni italiane. Le vendite verso il Paese sono infatti crollate del 30,6%. Buone performance si rilevano invece dai principali mercati di sbocco: le vendite verso il Giappone crescono infatti del 9,4%, esattamente come quelle verso la Turchia. Quelle verso l'area Opec (i Paesi esportatori di petrolio) riportano invece un +3,1%, mentre le vendite verso Svizzera e Stati Uniti rispettivamente un +2,7% e un +1%.

Oltre alla Russia, notevoli variazioni negative si registrano nelle vendite verso la Cina, -1,1% e verso i Paesi dell'Eda (Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong, Malaysia e Thailandia), -5,5%, e del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), -12,2%.

In crescita del 19,2% le importazioni dagli Stati Uniti, del 9,3% quelle dalla Cina e del 7,3% quelle dalla Svizzera. Riportano un -20,8% gli acquisti dalla Russia e un -14% quelli dall'India.