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Pensioni, crolla il numero dei nuovi assegni
Inps: "Finalmente i conti sono in sicurezza"

Lʼanno prossimo lʼetà media di ritiro dal lavoro supererà quella dei tedeschi

Ansa

Crolla il numero delle nuove pensioni nei primi nove mesi del 2012: gli assegni liquidati dall'Inps sono stati 199.555, il 35,5% in meno rispetto ai 309.468 dello stesso periodo 2011. Il dato è l'effetto della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011. Le conseguenze della riforma Fornero si vedranno invece nel 2013. "Le riforme funzionano - commenta il presidente Inps Antonio Mastrapasqua - e che i conti sono stati messi in sicurezza".

Il dato, che tiene conto delle pensioni Inpdap, dal 2012 incorporato nell'Inps, è dunque il risultato soprattutto dell'introduzione nel 2011 della finestra mobile (12 mesi di attesa per i dipendenti, 18 per gli autonomi una volta raggiunti i requisiti) e dello "scalino" previsto dalla riforma Damiano sempre per il 2011 per la pensione di anzianità con le quote (da 59 a 60 anni l'età minima a fronte di almeno 36 anni di contributi). Gli effetti della riforma Fornero invece si avvertiranno dal 2013, quando si esauriranno la gran parte delle uscite con le vecchie regole (chi ha raggiunto i requisiti entro il 2011 e poi ha atteso le finestre).

I numeri del 2011 e del 2012
Nei primi nove mesi dell'anno, l'Inps ha liquidato 140.616 pensioni nel settore privato (-37,4% rispetto alle 224.869 erogate nello stesso periodo del 2011) e 58.939 nel settore pubblico, quello finora gestito dall'Inpdap, (-22,2% rispetto alle 84.599 erogate nello stesso periodo del 2011). Nel complesso i nuovi assegni liquidati sono stati 110mila in meno rispetto a quelli liquidati nei primi nove mesi dell'anno scorso dai due enti.

Più alta l'età media di uscita dal lavoro
L'età media di uscita dal lavoro nel settore privato è cresciuta di un anno (da 60,3 anni a 61,3 anni) mentre nel settore pubblico si è passati da 60,8 anni a 61,2 anni.

Il calo più consistente è stato registrato per le pensioni di anzianità nel privato (-44,1%) passate da 127.855 dei primi 9 mesi del 2011 a 71.491 dei primi nove mesi del 2012. Le pensioni di vecchiaia, sempre nel privato, sono diminuite del 28,7% passando da 97.014 a 69.125.

Sono diminuiti soprattutto i nuovi assegni per i lavoratori autonomi mentre per i dipendenti (sempre del privato) il calo è stato del 21,69% (da 132.801 nuove pensioni liquidate tra vecchiaia e anzianità nei primi nove mesi del 2011 a 103.996). Per i coltivatori diretti il calo nel periodo è stato del 67,6% da 20.526 a 6.637 mentre per gli artigiani c'è stato un crollo del 59,6% (da 38.567 assegni a 15.580). Per i commercianti si è passati da 32.975 assegni liquidati a 14.403 (-56,3%). Nel complesso del settore privato (140.616 nuovi assegni) il risultato delle nuove pensioni è stato migliore anche rispetto al previsto (148.948 assegni per i primi 9 mesi). E' probabile, visto quanto accaduto nel 2011, che la percentuale di calo complessiva si rafforzi per la fine dell'anno.

Dall'anno prossimo, valgono le regole Fornero
Dall'anno prossimo si esauriranno le uscite di coloro che possono andare in pensione con le vecchie regole e si comincerà a uscire con le regole previste dalla riforma Fornero. Per le donne dipendenti del settore privato bisognerà avere compiuto almeno 62 anni e tre mesi nel 2013 (o 62 anni nel 2012 ma a quel punto si poteva uscire con le regole precedenti avendone 61 nel 2011 e avendo quindi anche scavallato la finestra mobile).

Mastrapasqua: "Conti in ordine"
Il calo del numero delle nuove pensioni liquidate anche rispetto alle previsioni, ha detto ancora Mastrapasqua, "avrà effetto sui conti dell'Istituto. La tendenza si sta consolidando". Secondo Mastrapasqua nel 2013, quando comincerà ad avere effetto anche la riforma Fornero, il risultato di stabilizzerà. "I numeri confermano - ha concluso - che il sistema è in sicurezza. Le riforme fatte stanno dispiegando i loro effetti con risultati positivi sulla finanza pubblica".

Età media pensionamento, l'anno prossimo supereremo la Germania
Nei primi nove mesi del 2012 l'età media di uscita dal lavoro è stata di 61,3 anni, un anno in più rispetto allo stesso periodo del 2011 (60,3 anni). Secondo Mastrapasqua "l'anno prossimo raggiungeremo e supereremo la Germania". I tedeschi in media vanno in pensione a 61,7 anni ma il loro tasso di sostituzione è del 58,4% dell'ultima retribuzione mentre per i lavoratori italiani, grazie all'uso del metodo retributivo, si aggira ancora sull'80%. In Francia l'età media di uscita dal lavoro è 59,3 anni ma il tasso di sostituzione è del 60,8% rispetto all'ultima retribuzione.