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Corruzione: otto arresti in Sicilia, anche il sindaco del centrosinistra di Acireale

Il provvedimento cautelare ha portato cinque persone in carcere e tre ai domiciliari

Corruzione: otto arresti in Sicilia, anche il sindaco del centrosinistra di Acireale - foto 1
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Otto persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Catania per corruzione e turbativa d'asta a conclusione di indagini sui Comuni di Acireale e Malvagna (Messina).

Tra i destinatari del provvedimento cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale etnea, anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, eletto con una lista civica appartenente alla coalizione di centrosinistra.

L'operazione della Gdf, denominata "Sibilla" e iniziata nel 2017, ha portato alla luce 4 diversi episodi di corruzione e turbativa d'asta nella gestione della cosa pubblica. In uno risulta coinvolto il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, il quale, per favorire la campagna elettorale del suo referente politico, ha spinto due piccoli imprenditori acesi a promettergli il voto, con l'ausilio di un luogotenente della polizia locale, Nicolò Urso. Il gip ha disposto il carcere per il primo cittadino e i domiciliari per il funzionario di polizia compiacente.

Barbagallo, 42 anni, era stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Con i suoi 15.573 voti, appoggiato da liste civiche del centrosinistra, aveva quasi doppiato, nel turno di ballottaggio, il candidato del centrodestra, Michele Di Re (8.939 preferenze). Laureato in ingegneria civile all'università degli Studi di Catania con una specializzazione in idraulica è un libero professionista. Nel 2009 era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Politicamente è considerato vicino al deputato regionale Nicola D'Agostino.

Altro episodio contestato riguarda la realizzazione dell'ampliamento del cimitero comunale di Acireale, opera pubblica affidata all'Ati San Sebastiano s.r.l., con sede a Ravenna. Durante la fase terminale dei lavori, il responsabile della Protezione civile di Acireale, Salvatore Di Stefano, ha curato il collaudo dell'opera, attestando che l'intervento era stato eseguito a regola d'arte. Tuttavia, nella certificazione redatta dal citato dirigente, sono state indicate operazioni di verifica strutturale presso il cimitero in realtà mai effettuate. Dalle indagini è emerso, invece, che i quattro verbali di sopralluogo sono tutti stati predisposti nel momento finale della stesura del collaudo dal referente in loco dell'impresa costruttrice, Salvatore Leonardi, con l'ausilio del consulente tecnico dell'impresa stessa, Angelo La Spina.

Per il collaudo, il funzionario pubblico ha fatturato alla società 6.600 euro a titolo di "compenso professionale", sebbene la legge preveda che al collaudatore sia corrisposta solo una indennità in busta paga, proprio al fine di evitare inopportuni contatti con il privato. La somma ricevuta è stata dunque qualificata come "tangente" per la buona riuscita delle operazioni di verifica. Condividendo l'ipotesi formulata da questa Procura, il gip ha ordinato il carcere per Di Stefano e Leonardi, e i domiciliari per La Spina.

Infine, le indagini hanno avuto ad oggetto alcuni incarichi professionali relativi alla progettazione di impianti sportivi affidati illecitamente dai Comuni di Acireale e Malvagna al consulente locale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Anna Maria Sapienza, e ad un ingegnere catanese, Ferdinando Garilli, sottoposti l'una a custodia cautelare in carcere, l'altro agli arresti domiciliari.