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Amianto Olivetti: 17 rinvii a giudizio, a processo anche De Benedetti e Passera

Lʼudienza si aprirà il 23 novembre. Fra gli imputati anche lʼimprenditore Roberto Colaninno. Undici proscioglimenti

carlo de benedetti corrado passera olivetti
ansa

Sono 17 le persone rinviate a giudizio nell'ambito del processo sulle morti da amianto di 14 lavoratori della Olivetti. Tra loro figurano Carlo De Benedetti, già presidente della società di Ivrea (Torino), Corrado Passera, ex amministratore delegato e l'imprenditore Roberto Colaninno. I proscioglimenti sono undici. Il processo si aprirà il 23 novembre.

Il gup Cecilia Marino ha prosciolto i consiglieri privi di deleghe o di incarichi operativi e ha ritenuto di non dover procedere per una serie di vicende, fra cui quella della presunta contaminazione dei locali di una mensa aziendale. Fra gli indagati che escono dal procedimento anche i figli di De Benedetti, Marco e Rodolfo.

L'indagine della Procura di Ivrea riguarda la morte di 14 ex lavoratori, che sarebbe dovuta al contatto con fibre d'amianto, e per un caso di lesioni colpose. Indagati, a partire dagli anni Sessanta, coloro che avevano ricoperto incarichi dirigenziali e di vertice, o sedevano nei consigli di amministrazione della Olivetti.

"L'Ingegner Carlo De Benedetti è amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup del Tribunale di Ivrea", queste le prime dichiarazioni del portavoce dell'imprenditore che aggiunge di "restare convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati". Nella nota si afferma che la "corposa indagine dei pubblici ministeri" si baserebbe su semplici ipotesi, che non si fondano né sulla realtà processuale né sulla realtà storica dell'azienda. Nel periodo di permanenza all'Olivetti, De Benedetti "ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con strutture organizzative articolate e con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell'epoca".

Soddisfazione invece è espressa da Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, che ha definito la decisione del gup "un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino a oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo". Bellono ha anche aggiunto: "La decisione di oggi, che pure assolve i semplici membri del Cda, consente di andare a processo e stabilire finalmente le responsabilità anche individuali, a partire dalle figure più autorevoli, amministratori delegati e presidenti, evitando lo scaricabarile verso le figure più in basso nella scala gerarchica".