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Bossetti a processo, fan fuori dallʼaula Da mezza Italia per sostenerlo

Davanti al tribunale di Bergamo, cartelli e solidarietà per lʼimputatoLʼappello degli innocentisti: "Giustizia per Massimo, liberatelo"

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Mentre Massimo Bossetti affronta la prima udienza del processo che lo vede imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio, c'è ancora la fila fuori dal Tribunale. Troupe di giornalisti, ma anche curiosi arrivati troppo tardi per potersi accaparrare uno dei settanta pass di accesso al teatrino mediatico in cui è stato trasformato questo caso. Tra di loro anche alcuni sostenitori di Bossetti, un gruppo di convinti innocentisti che ha come base Facebook e che per fargli sentire il proprio appoggio si è spinto fino a Bergamo.

Alcuni sono conterranei del carpentiere di Mapello, c'è chi viene dal Piemonte e chi è arrivato direttamente da Napoli, nemmeno il tempo di posare la valigia in albergo. Un commerciante padovano mostra invece un cartello a favore di camera: "Verità per Yara, giustizia per Bossetti”, dicono le parole stampate su sfondo rosso, perché "queste indagini non hanno né capo né coda", spiega il 65enne agli inviati del Corriere.

Il seguito di Bossetti si avvicina poi all'avvocato difensore Claudio Salvagni, chiedendo informazioni sullo stato fisico, sulle sensazioni del suo assistito. E lui risponde, perché queste persone non sono sconosciuti ma fedelissimi che spesso inviano lettere di incoraggiamento in carcere. Alcuni vengono identificati dalla polizia, mentre sulle bacheche dei vari gruppi social – il più corposo conta oltre 3mila like – continuano a comparire richieste di dettagli e anticipazioni, appelli, tesi di complotto e attacchi agli inquirenti.