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Gino Paoli nega lʼevasione fiscale: "Chiariremo tutto, vicenda infondata"

Secondo il suo legale anche Beppe Grillo ha chiamato il cantante per scusarsi degli attacchi ricevuti dal Movimento 5 Stelle

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"Chiariremo tutto. L'accusa è infondata". E' quanto ha detto Andrea Vernazza, legale di Gino Paoli, indagato per avrebbe portato in Svizzera due milioni di euro evadendone 800mila. "Mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto", ha detto Vernazza.

Vernazza ha aggiunto che Paoli "è dispiaciuto per questa cosa, per l'immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato". Il cantautore incontrerà il suo legale domenica al suo rientro a Genova.

Beppe Grillo lo chiama e si scusa per il M5S - Lo stesso legale ha poi comunicato che il leader del movimento 5 stelle Beppe Grillo ha chiamato Gino Paoli "per scusarsi con lui dopo gli attacchi del Movimento 5 stelle". Nella giornata di giovedì il gruppo alla Camera del M5s ha diffuso un comunicato nel quale si chiedeva a Paoli di "valutare seriamente le dimissioni dalla sua carica" alla presidenza della Siae.

Sequestrati documenti in sedi società - Intanto la Guardia di Finanza di Genova ha sequestrato materiale cartaceo nella sede delle tre società che farebbero capo a Gino Paoli (la Edizioni musicali senza fine, la Grande Lontra e la Sansa) perquisite nell'ambito dell'inchiesta sull'evasione avviata dalla procura di Genova. Il materiale deve essere ancora catalogato dagli uomini delle fiamme gialle. Nulla, invece, sarebbe stato portato via dalla casa di Paoli, perquisita giovedì.