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Sarah, "Sabrina uccise per gelosia"

E' la gelosia, secondo il Tribunale del Riesame di Taranto, il movente dell'omicidio di Sarah Scazzi.

Sabrina Misseri, accusata del delitto, era infatti "fortemente innamorata, anzi ossessionata" da Ivano Russo, così ossessionata da "temere di perderlo a causa" della cugina. Per i giudici l'episodio che fece scattare la follia omicida fu quando Sarah raccontò una confidenza di Sabrina su un "rapporto sessuale interrotto" avuto con Ivano.

Alcuni giorni prima di Ferragosto Sabrina si appartò in macchina con il giovane e si spogliò. "Ma io - ha riferito lo stesso Ivano agli inquirenti - non convinto della cosa le ho chiesto di rivestirsi , anche in virtù del fatto che tenevo molto alla nostra amicizia".

Sabrina riferì quanto accaduto anche a Sarah Scazzi e all'amica Mariangela Spagnoletti (ma a lei disse che ''ci fu una penetrazione''). Sarah raccontò l'episodio dello 'streap-tease' in auto al fratello, Claudio, il quale chiese spiegazioni ad Ivano soprattutto per sapere - si legge nelle 54 pagine dell'ordinanza del Riesame - se ''egli avesse ingenerato false aspettative nella cugina''. Ivano a questo punto volle un chiarimento con Sabrina la quale - scrivono i giudici - ''aveva perfettamente compreso che la delatrice era la cugina''. 

Per di più Sarah era ''anche lei interessata ad Ivano e veniva vista come l'antagonista''; così come è ''altrettanto plausibile'' che Sabrina avesse utilizzato l'argomento del rifiuto da parte di Ivano  ''per schernire la cugina o comunque per rimarcare che'' con il giovane ''non aveva un futuro''. 

E' questo il vero motivo per cui  Sabrina aveva ''tutto l'interesse'' a che la zia, Concetta Serrano Spagnolo , non consegnasse i diari di Sarah agli inquirenti in cui la giovane scriveva del suo debole per il 27enne. ''E' da questo 'humus' che scaturisce il delitto della Scazzi'', scrivono i giudici. Sarah ''era una ragazzina (la differenza di età con la Misseri è importante, 7 anni) che la cugina aveva cresciuto''. Ma ''questo contesto di normalità è mutato allorché Sarah da bambina da coccolare era diventata una rivale da controllare. E ciò in quanto ormai, superata la fase adolescenziale, era affiorata la sua personalità femminile. La Scazzi - secondo i giudici del Riesame - inconsapevolmente si era trasformata in antagonista anche quasi certamente a causa dell'insoddisfazione della ricorrente per il proprio aspetto fisico''.
  
Per i giudici ''appare dunque nitido e preciso il movente del delitto''. Ivano ''non voleva neanche piu' parlare'' con Sabrina, ''era irritato perche' la vicenda del rapporto sessuale interrotto era venuta alla luce'' perché Sarah ''aveva riferito al fratello Claudio le confidenze della cugina''. "Conseguentemente, la causa dell'allontanamento della persona da cui la Misseri era stregata era Sarah, la quale peraltro nutriva nei confronti'' di Ivano un ''analogo sentimento'' di cui Sabrina ''era ben a conoscenza''.

"Sabrina agì d'impeto"
L'omicidio di Sarah Scazzi e' stato compiuto da Sabrina Misseri ''con dolo intenzionale, plausibilmente d'impeto nel senso che, sebbene non sia possibile escludere aprioristicamente una premeditazione, per quanto emerge dagli atti (...) deve propendersi per una condotta compiuta sotto la spinta del rancore accumulato nei confronti'' di Sarah e ''giunto al culmine dell'ennesimo litigio'' tra le due cugine. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Taranto. In base alla ricostruzione dei giudici del Riesame, tuttavia, ''e' plausibile'' sostenere che Sarah abbia seguito spontaneamente Sabrina nel garage di casa Misseri, dove e' stata uccisa in un ''lasso di tempo di circa sette minuti'', senza essere li' trascinata con forza contro la sua volonta'. Per questo motivo il Riesame fa cadere nei confronti di Sabrina l'accusa di delitto di sequestro di persona. L'esigenza di custodia cautelare in carcere viene invece confermata sulla base del pericolo di recidiva: ''E' innegabile - scrivono i giudici - che la personalita' aggressiva concretamente rivelata dalla Misseri (peraltro confermata dal padre) e la compulsivita' dell'agire scaturente da tale inclinazione inducono a concludere per un comportamento non occasionale''.

"Per Sabrina pericolo di reiterazione"
Nelle 54 pagine della decisione dei magistrati del Tribunale del Riesame si motiva il respingimento della richiesta di scarcerazione di Sabrina Misseri direttamente coinvolta dal padre Michele nella morte della cugina 15enne. Il quadro, si spiega ancora nella decisione del Tribunale del Riesame, è mutato radicalmente e questo non può non ripercuotersi anche sulla valutazione della sussistenza del pericolo di reiterazione del reato".

"Credibile Misseri quando accusa la figlia"
I giudici del Tribunale del Riesame di Taranto ritengono credibile la confessione di Michele Misseri del 5 novembre scorso, in cui ha indicato nella figlia Sabrina l'unica responsabile del delitto. Quel giorno, secondo i giudici, Misseri ''ha completato il suo doloroso percorso di ravvedimento''. ''Puo' ragionevolmente affermarsi che sono il disagio morale e il dolore infinito provati che hanno determinato la confessione progressiva e graduale di Michele Misseri'', sottolinea il Tribunale del Riesame. I giudici spiegano che Michele Misseri, durante gli interrogatori nei quali ha fornito versioni differenti del delitto prima di arrivare a quella definitiva, ha patito un grande 'travaglio'. ''Le differenti versioni - si legge nell'ordinanza - non sono sintomatiche di inattendibilita' bensi' espressione del travaglio necessario per giungere, riferendo la verita' dei fatti, ad abdicare all'impegno assunto con la figlia di tenerla immune da ogni responsabilita'''. Ad avviso dei giudici, se ''Misseri fosse realmente il turpe assassino della nipote, volenteroso di restare impunito per quanto fatto'', ''non e' davvero comprensibile perche', invece di rimanere in attesa dell'evoluzione delle indagini (che verosimilmente non avrebbero condotto a nulla) e al contempo di far sparire qualunque traccia che potesse ricondurlo ai fatti, abbia conservato il telefono cellulare e le chiavi di casa di Sarah; si sia spontaneamente offerto agli inquirenti facendolo ritrovare; e, quindi, abbia confessato l'omicidio facendone ritrovare il corpo''. Cosi' come, ''laddove si voglia ritenere che cerchi l'impunita' accusando calunniosamente la figlia, non si capisce in alcun modo perche' non lo abbia fatto immediatamente''. Secondo il tribunale, la spiegazione e' che Misseri - uomo dalla ''personalita' assolutamente mite'' - si era impegnato con la ''figlia prediletta'' a tenerla ''immune da ogni responsabilita'''. Una tesi sostenuta da ''riscontri estrinseci di natura oggettiva'', come il fatto che Misseri ''non e' stato autonomamente in grado di riproporre azioni di strangolamento compatibili con l'impronta-solco riscontrata sul collo della Scazzi'', e ''riscontri individualizzati'', come le dichiarazioni di alcuni testimoni. (

"Cosima mentì sulla sua presenza in casa"
Cosima Serrano, la madre di Sabrina Misseri, ha mentito quando ha affermato di non essere in casa la mattina del 26 agosto, il giorno dell'omicidio di Sarah Scazzi, uccisa nel primo pomeriggio. E' quanto affermano i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto. Nell'ordinanza infatti si legge che "la presenza di Serrano Cosima all'interno della abitazione la mattina del 26.8.2010 (costei ha sempre negato questa circostanza affermando di essere andata a lavorare nei campi e di essere rientrata per l'ora di pranzo, dopo le 13:00) è confermata oggettivamente dall'acquisizione di documentazione bancaria da cui risulta che costei, alle ore 12:18, aveva effettuato il versamento di due assegni bancari sul proprio conto corrente acceso presso la Banca di Credito Cooperativo di Avetrana".

"Indagare su medico legale"
E' ''plausibile ipotizzare'', a carico del professor Luigi Strada, il medico legale che ha eseguito l'esame autoptico sul cadavere di Sarah, i reati di ''abuso di ufficio'' e ''consulenza infedele'' per essersi comportato scorrettamente danneggiando il diritto di difesa di Sabrina Misseri, la giovane in carcere con l'accusa di aver ucciso la cugina minorenne. Lo scrive il tribunale del riesame di Taranto nelle motivazioni della conferma della custodia cautelare a carico di Sabrina Misseri.

Michele Misseri non chiede la scarcerazione
"E' ancora troppo presto per chiedere la scarcerazione o i domiciliari per il mio assistito". Lo ha detto Daniele Galoppa, legale di Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi. "In questo momento - ha detto ancora Galoppa - non ci sono i presupposti per chiedere la scarcerazione del mio assistito, aspettiamo anche di avere il risultato del Ris e poi vedremo il da farsi".