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Trans ucciso, fermati due giovani

Milano, avevano nascosto il cadavere

Sono accusati di sequestro, violenza sessuale di gruppo, omicidio e occultamento di cadavere un giovane italiano sui 20 anni e un minorenne nordafricano, fermati dalla Squadra Mobile di Milano.

La vittima è un transessuale che giorni fa sarebbe stato caricato dai due giovani su un'auto, in via Novara. Il cadavere del trans, in evidente stato di decomposizione, è stato rinvenuto - su indicazione dei fermati - lungo la tangenziale Ovest di Milano.

Vittima della follia omicida è Gustavo Brandau, transessuale brasiliano 30enne clandestino in Italia. I fatti risalgono a domenica 29 luglio. In base a una prima ricostruzione della tragedia, i due giovani hanno rubato un'auto e si sono diretti in via Novara, zona frequentata da viados, dove hanno abbordato due brasiliani chiedendo una prestazione sessuale gratuita.

Al rifiuto dei due travestiti nasce una lite: uno dei brasiliani fugge, mentre Brandau viene bloccato, picchiato e costretto a salire sull'auto. I due giovani iniziano ad accoltellarlo
e poi si allontanano con la vittima in auto. In un secondo momento abusano sessualmente del 30enne e poi lo massacrano a calci e pugni.

Il brasiliano viene abbandonato sulla tangenziale in direzione sud al chilometro 9, vicino ad un'area di servizio, ancora vivo. Secondo la polizia i due giovani potrebbero aver agito sotto l'effetto di droga. Abbandonata l'auto con un pneumatico a terra e i sedili imbrattati da molto sangue i ragazzi ne hanno rubata un'altra per fuggire.

Francesco Messina, capo della squadra mobile di Milano, lo ha definito "un delitto efferato, drammatico sia per la vittima che per gli autori. Una violenza inaudita e gratuita". I due giovani sono stati accusati di sequestro di persona, rapina, violenza sessuale di gruppo e omicidio.

Le ricerche del cadavere di Gustavo Brandau, in arte Samantha, sono scattate dopo la denuncia della collega scampata al massacro. I filmati delle telecamere del comune di Milano e le impronte trovate sulla portiera dell'auto indirizzano al minorenne di origine marocchina, che viene fermato dagli agenti mentre stava facendo rientro in comunità di recupero alla quale era già stato assegnato in precedenza.

Successivamente è stato arrestato anche il complice italiano, che si era rifiugato nell'appartamento della madre a Rozzano, nell'hinterland milanese. Entrambi hanno confessato l'omicidio del viados, ma senza dimostrare pentimento per il loro comportamento.

La famiglia: "Ci costituiremo parte civile"
I parenti del transessuale si costituiranno parte civile qualora si arrivasse al processo nei confronti dei due giovani fermati dalla polizia. Lo ha annunciato l'avvocato Debora Piazza, che per conto di "Paola", la collega del trans ucciso, noto come "Samantha", ha presentato la prima denuncia il primo agosto scorso.