FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Verona, "Volevo solo dividerli"

Si difende uno dei cinque arrestati

Andrea Vesentini, il 20enne arrestato insieme ad altri quattro ragazzi per il pestaggio mortale di Verona, si è difeso dalle accuse.

"Ho solo cercato di dividere Corsi da 'codino', poi sono intervenuto perché ho visto un piccoletto che stava picchiando Raffaele. Il mio sbaglio è stato scappare per la paura quando ho visto uno per terra", ha riferito l'avvocato del giovane, Francesco Delaini, che lo ha incontrato in carcere.

"Soffre di crisi di ansia e quello che è successo ha ovviamente aggravato la situazione - spiega il difensore - non è crollato perché ancora non si rende conto, ma temiamo che ceda da un momento all'altro". Secondo la versione di Vesentini, la notte del primo maggio lui e i suoi quattro amici sono andati in un bar, che però era già chiuso, e hanno incontrato un gruppetto di tre ragazzi, uno dei quali con il 'codino'.

"Non era Nicola Tommasoli, ma un altro del terzetto", spiega il legale, che ricostruisce così il racconto del suo assistito: "A quel punto Corsi gli ha detto 'ehi tu, con quel codino, dammi una sigaretta'. Il ragazzo ha reagito con un 'tu non sai chi sono io' e così sono venuti alle mani - continua la versione di Vesentini riferita dal difensore - Io ho cercato di separarli, così come ho fatto quando ho visto un piccoletto che stava picchiando 'Raffa'. Poi mi sono girato e ho visto uno per terra svenuto. Ci siamo presi paura e siamo scappati". Il difensore racconta che il giovane adesso non si dà pace: "Continua a ripetere che il suo sbaglio è stato scappare".