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Verona, la banda contro i "diversi"

20enne fermato già noto alla polizia

Apparterebbero a una formazione di estrema destra i tre giovani responsabili dell'aggressione del 1° maggio, uno dei quali ha confessato.

I tre, secondo quanto si apprende in ambienti investigativi, farebbero parte di un gruppo di giovani di estrema destra, molti dei quali ultras del Verona, il cui obiettivo era la ''caccia al diverso''. Un'indagine chiusa un anno fa dalla Digos scaligera portò alla denuncia di 17 ragazzi tra i 17 e i 25 anni.

La banda perseguitava i "diversi": gente di colore, cittadini del meridione ma anche persone vestite, secondo la banda, non in maniera dignitosa. Tra gli episodi piu cruenti quello che coinvolse un giovane con la maglietta del Lecce apostrofato come "terrone" e poi massacrato di botte.

Successivamente un ragazzino che utilizzava lo skate-board era stato preso di mira in quanto incapace nell'utilizzare lo strumento; e ancora un passante colpito con una bottigliata in testa. Tra gli episodi piu cruenti uno che risale al 27 novembre del 2006 quando due giovani della Chimica, un centro sociale della zona, furono feriti a colpi di spranga a San Michele Extra. In quello stesso giorno, alcuni degli indagati avrebbero picchiato un giovane in piazza Erbe perché stando seduto su alcuni scalini danneggiava l'immagine di Verona "citta' di Classe". 

Problemi anche per alcuni venditori di kebab e i loro clienti aggrediti perché mangiavano un prodotto non gradito alla banda. I 17 componenti della gang all'epoca erano apparentemente degli insospettabili: figli di professionisti e irreprensibili operai. Molti erano ultrà dell'Hellas Verona. Quando gli agenti della polizia scaligera misero in atto le perquisizioni domiciliari trovarono numerose cassette con filmati che documentavano le azioni violente. Alcuni degli indagati avevano in casa simboli nazisti, coltelli, armi, pugnali, simboli del Veneto fronte skinheads. Gli atti violenti servivano per mantenere una sorta di controllo del territorio ed il materiale video circolava e, secondo gli inquirenti, le cassette venivano pure vendute.