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G8, "Speriamo muoiano tutti"

Al processo le telefonate della polizia

"Speriamo che muoiano tutti".

E' una delle frasi riferite ai manifestanti del G8 di Genova, pronunciate dai poliziotti in servizio e intercettate al telefono. I nastri registrati di queste conversazioni, che dimostrerebbero il clima di tensione interno alle forze dell'ordine in quelle ore, stanno per essere depositate al processo di Genova dai legali dei giovani picchiati alla scuola Diaz e nei disordini del G8.

Erano trascorse poche ore dalla morte di Carlo Giuliani in piazza Alimonta a Genova. In quei momenti, come testimoniano le telefonate tra i poliziotti in servizio, il clima era assai teso. C'è un agente che, riferendosi alla morte di Giuliani, si augura che i "manifestanti muoiano tutti" e dice a un collega : "1-0 per noi!". Un altro, riferendosi ai giovani manifestanti, li definisce "zecche del c...".

Ma a colpire è anche il clima teso e poco ordinato che domina le telefonate tra poliziotti nella sera dell'assalto alla Diaz. Ci sono funzionari che si scaldano per la mancanza di coordinamento. Qualcuno non riesce più nemmeno a contare quanti giovani siano stati trasferiti nella caserma di Bolzaneto, quanti pullman siano stati utilizzati. Altri poliziotti dimostrano uno stato di stress molto elevato: "Non connetto più. Sono dissociato davvero", dice un altro. "Non è una bella cosa quella che abbiamo fatto", afferma un agente, riferendosi agli scontri alla Diaz. E infine la conversazione che dimostra un fatto già noto da tempo alla Procura: la preparazione delle molotov da parte della polizia e poi il finto rinvenimento nella scuola Diaz. Un dirigente della Digos dice ad un collega: "Le bottiglie molotov non lasciatele qui".