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"L'aereo è entrato in stallo ed è precipitato
in mare in 40 secondi"

La dinamica del probabile incidente ricostruita dal tracciato dei radar sembra mettere fine alle speranze di ritrovare vivi i quattro italiani in viaggio da Los Roques a Caracas

Ansa

Una perdita improvvisa della velocità, poi l'avvitamento verso il mare nel giro di 30-40 secondi, infine l'inabissamento. Potrebbe essere stata questa la sorte dell'Islander, il bimotore su cui viaggiava Vittorio Missoni e i suoi amici nell'arcipelago di Los Roques in Venezuela. Ufficiali del soccorso aereo hanno seguito il movimento del velivolo sui radar e parlano di una controsterzata verso destra dopo che l'aereo è entrato in un cumulo a 5mila piedi di quota.

Da quel momento il bimotore sparisce dai radar. Avrebbe perso velocità molto in fretta passando dai 220 ai 20 nodi, avvitandosi su se stesso per poi finire in mare. La dinamica spiegherebbe anche perchè non sono stati ancora trovati i resti.

Le speranze di ritrovare gli italiani scomparsi sono sempre meno. Anche perchè il bimotore è forse caduto in un'area in cui la profondità del mare passa da 100-200 metri a quasi 2mila metri: nel primo caso i mezzi della marina venezuelana sono in grado di trovare gli eventuali resti, se fosse vera la seconda ipotesi bisognerebbe ricorrere a tecnologia sofisticate, navi oceanografiche di cui esistono pochi esemplari al mondo.

Nelle prossime ore l'ambasciatore Paolo Serpi, l'aviazione civile venezuelana e la Protezione Civuile ufficializzeranno il nuovo scenario. Dopo le rilevazioni dei radar sembra non avere molto senso proseguire nelle ricerche anche perchè i costi sono enormi.