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L'Aquila, esplode una fabbrica di fuochi d'artificio: 3 vittime. Recuperati i corpi

Eʼ successo in località San Donato, a Tagliacozzo, allʼinterno dello stabilimento della Pirotecnica Paolelli. Tre persone sono state estratte vive dalle macerie

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Tre persone sono morte in seguito a una violenta esplosione verificatasi in una fabbrica di fuochi d'artificio a Tagliacozzo, in provincia de L'Aquila. Al momento dello scoppio all'interno dello stabilimento della Pirotecnica Paolelli, in località San Donato, c'erano almeno 7 persone, tra cui i titolari. Una delle vittime non è ancora stata identificata, ma il suo corpo è stato recuperato, come quelli degli altri due.

LʼAquila, esplode una fabbrica di fuochi dʼartificio: 3 vittime. Recuperati i corpi

I soccorritori hanno estratto vive dalle macerie altre tre persone. A raccontare l'accaduto sono stati gli uomini della guardia forestale, intervenuti sul posto.

Le tre vittime - Le operazioni di recupero dei tre corpi si sono concluse nel pomeriggio di giovedì e le tre salme saranno composte all'obitorio di Avezzano. Le tre vittime sono: Antonio Morsani, 47 anni, di Rieti; Antonello D'Ambrosio, 33 anni, di Petrella Liri, frazione Cappadocia (L'Aquila), e il figlio del titolare Sergio Paolelli, Valerio, di 37 anni.

Sono ricorsi alle cure dei medici dell'ospedale di Avezzano i tre feriti, l'algerino Kedhia Sofiane, il catanese Aurelio Chiariello e il napoletano Onofrio Pasquariello. Un testimone amico di famiglia ha riferito di aver visto il corpo carbonizzato e ai carabinieri ha detto di aver riconosciuto in quel corpo il figlio del titolare, Valerio.

Ferma il fratello: così ci salviamo - "Fermati, almeno noi salviamoci". Ha urlato così e si è buttata su Armando Sabrina Paolelli, bloccando il fratello che subito dopo le prime esplosioni voleva correre verso i familiari coinvolti nello scoppio. I due fratelli stavano pranzando nell'ufficio all'ora dell'incidente, avvenuto intorno alle 13.30. Sabrina ha salvato Armando e gli ha evitato di morire, come purtroppo accadde lo scorso anno a Città Sant'Angelo (Pescara) al 22enne Alessio Di Giacomo, che corse verso il padre ma fu investito dall'ultimo scoppio.

Subito dopo l'esplosione si è alzata in cielo un'enorme nube bianca mentre altri piccoli scoppi sono stati avvertiti dalla popolazione.

"Abbiamo pensato al terremoto - dichiarano alcuni testimoni -. La terra ha tremato per chilometri". "Un finimondo". Così un uomo che si stava allenando in una palestra a 500 metri dall'esplosione della fabbrica, descrive quanto accaduto. "Abbiamo sentito due scoppi. Siamo usciti dalla palestra ed è arrivata la terza esplosione, violentissima, che ci ha scaraventati a terra".