La polemica accesa dal premier francese François Bayrou ha riacceso i riflettori su un pezzo di questi giorni del Financial Times sull'attrattività di Milano per i manager stranieri
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Il premier francese François Bayrou, leader del partito centrista francese MoDem e alleato del presidente Emmanuel Macron, ha accusato l'Italia di attuare politiche di "dumping fiscale" per attrarre ricchi francesi. Secondo Bayrou, la normativa italiana starebbe danneggiando la Francia, un'accusa a cui la premier italiana Giorgia Meloni ha replicato seccamente: "Stupiscono le affermazioni totalmente infondate di Bayrou. L'economia italiana è attrattiva e va meglio di altre grazie alla stabilità e alla credibilità della nostra Nazione. L'Italia è piuttosto, da molti anni, penalizzata dai cosiddetti 'paradisi fiscali europei, che sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse". Ma cosa si intende concretamente quando si parla di dumping fiscale e qual è il regime di tassazione riservato a cittadini con passaporto diverso da quello tricolore?
Il dumping fiscale è una pratica che consiste nell'abbassare le imposte per attrarre capitali, imprese e residenti fiscali da altri paesi. L'obiettivo è quello di rendere il proprio territorio economicamente più competitivo, a scapito di altre nazioni che mantengono una pressione fiscale più alta. Questo fenomeno può innescare una "corsa al ribasso" tra gli stati, con il rischio di erodere le entrate fiscali a livello globale.
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La legge italiana che è finita nel mirino del premier francese è quella che, come riportato in un articolo del Financial Times dello scorso 29 agosto, attira facoltosi banchieri e dirigenti di private equity a Milano. Si tratta di un regime che permette ai nuovi residenti fiscali stranieri di pagare una flat tax di 200mila euro all'anno su tutti i loro redditi e beni globali per un periodo massimo di 15 anni. Questa misura esenta inoltre i beneficiari dal pagamento delle tasse di successione sui beni non italiani. Per i professionisti del private equity che non optano per la flat tax, l'Italia applica un'aliquota del 26% sulla maggior parte delle plusvalenze. Quest'ultima è considerata molto più vantaggiosa rispetto al Regno Unito, che ha recentemente aumentato l'aliquota sulla "carried interest" (la principale fonte di reddito per i dirigenti di buyout) dal 28% al 34%.
Il regime agevolato per i "neo-domiciliati" è stato introdotto in Italia nel 2017, durante il governo di Matteo Renzi, con l'obiettivo di attrarre investimenti e talenti stranieri. Curiosamente, la norma fu ispirata da un modello che esisteva già in Francia, il che rende paradossale l'accusa di Bayrou. Secondo i dati del Financial Times, le agevolazioni fiscali hanno attirato a Milano migliaia di persone, ma hanno anche creato delle tensioni.
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La massiccia affluenza di ricchi espatriati ha infatti causato un'impennata dei prezzi immobiliari, con un aumento dei prezzi delle case a Milano di quasi il 60% nell'ultimo decennio e dei canoni di locazione del 50% nello stesso periodo. Lo stesso Matteo Renzi, in un suo post sui social media, ha sottolineato l'ironia della situazione, affermando che il "dumping fiscale" di cui parla Bayrou altro non è che la politica introdotta dal suo governo nel 2016.
Molti altri paesi europei hanno introdotto misure fiscali vantaggiose per attirare cittadini stranieri e aziende. Il Portogallo, per esempio, con il suo programma per i "residenti non abituali," ha attirato numerosi pensionati e professionisti con aliquote fiscali ridotte o esenti su redditi esteri per un periodo di dieci anni, anche se ultimamente sta perdendo appeal. L'Irlanda è da tempo considerata un paradiso fiscale per le multinazionali, grazie a un regime di tassazione molto favorevole. Altri paesi come Malta e Cipro offrono regimi fiscali competitivi per attrarre investimenti e individui ad alto reddito.