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Spezia-Genoa, botte di lunga data

Già nel 1922 incidenti con un morto

Ha provocato malumori da più parti la decisione di rinviare la sfida tra Spezia e Genoa, in programma domenica prossima, per motivi di ordine pubblico e per capienza dello stadio.

Eppure, la preoccupazione ha motivazioni ben radicate nella storia: i primi incidenti tra le due tifoserie risalgono addirittura al 1922/23, quando un tifoso genoano venne ucciso in una rissa, e lo stadio "Picco" squalificato per un anno.

Una decisione che ha pochi precedenti nella storia del calcio italiano. L'attesissimo derby di serie C1 avrebbe dovuto disputarsi domenica a La Spezia, ma dopo una lunga riunione, il viceprefetto Diego Carpitella ha annunciato che non si giocherà. Era stato l'osservatorio nazionale del Viminale a suggerire il rinvio, vista l'accesa rivalità tra le due tifoserie e la scarsa sicurezza offerta dallo stadio "Picco". Lo stadio, infatti, ha una capienza di 10.150 posti, insufficienti per soddisfare le richieste giunte da Genova. Tanto che lo stesso Francesco Tagliente, presidente dell'Istituto che fa capo al ministero degli Interni, ha sottolineato la carenza dell'impianto per un match così importante. E così la gara ora potrebbe disputarsi in campo neutro, forse all'Olimpico di Roma.

Amarezza è stata espressa a caldo dal sindaco di La Spezia Giorgio Pagano: "Il signor prefetto e il signor questore - ha detto - hanno posto problemi di ordine pubblico. Penso che lo stato avrebbe dovuto dire di no al ricatto di un pugno di teppisti. Non si deve cedere ai ricatti. Penso che se non c'erano le condizioni per il derby domenica, vadano trovate e presto, per non far passare il principio che tutto può saltare". "Il prefetto - ha proseguito il sindaco - ha detto che chiederà di tenere la partita alla Spezia nel tempo più breve possibile. Personalmente cercherò di contattare il ministro Pisanu. Questa è una sconfitta dello sport, e lasciatemelo dire, di tutta la Liguria. Dobbiamo tenere la partita al Picco". Il responsabile della comunicazione dello Spezia, Milo Campagni, assente il presidente Ruggeri, ha commentato: "E' un giorno triste per il calcio e per la città. I tifosi civili non hanno mai creato problemi. Ottomila persone civili che avevano fatto la coda per avere un biglietto sono state private di una giornata che doveva essere di festa". "La società - ha proseguito Campagni - ha posto due condizioni. O si gioca alla Spezia, o non giocheremo in campo neutro. O si gioca in due o tre giorni, o non ha senso. Abbiamo piegato la testa di fronte ad un gruppo di violenti. Non si tirino in ballo riflessioni sull'ubicazione dello stadio. Non è nato questa notte. Era lì anche 40 giorni fa. E' stato ritenuto che, collegati all'evento sportivo, avrebbero potuto esserci problemi di ordine pubblico. Personalmente in questo momento mi sento sconfitto. Penso che si faticherà a comprendere questa decisione".

Ma in effetti, basta dare un'occhiata ai libri di storia del calcio per comprendere come i timori siano più che giustificati. Gli incidenti tra le due tifoserie hanno infatti origini antichissime. Nella gara Spezia-Genoa del campionato 1922/1923, si accese sugli spalti una maxi-rissa tra i 3000 spettatori presenti, tra cui 2000 genoani. Gli incidenti proseguirono fuori dallo stadio fino alla stazione ferroviaria, con un tifoso rossoblù che rimase addirittura ucciso.