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Stipendi, gli arbitri in rivolta

Pagamenti in ritardo, si rischia blocco

Nel momento più difficile della stagione, gli arbitri italiani alzano la voce per protestare contro il ritardo dei loro pagamenti.

Secondo Repubblica, i direttori di gara hanno scritto una lettera di fuoco alla Figc per sollecitare gli arretrati mentre restano in sospeso, invece, i pagamenti dal 1 luglio ad oggi. La categoria si è spaccata in due: c'è chi vuole fermarsi mentre altri preferirebbero prendere tempo.

Come se non bastassero i numerosi errori che commettono ogni domenica, clamorosi quelli della giornata appena trascorsa, a turbare il sonno degli arbitri, ora ci si mettono pure gli stipendi non pagati. A rivelare i mancati pagamenti, dall'inizio dell'anno, è il quotidiano Repubblica, secondo il quale la cifra ammonta a centinaia di migliaia di euro. Non sarebbero infatti state pagate le indennità di preparazione, i diritti d'immagine e soprattutto dall'inizio di questa stagione agonistica la federazione non ha ancora saldato i gettoni di presenza e i rimborsi spese. Manco i soldi del viaggio, insomma. Si attendeva il saldo, almeno della passata stagione, entro il 17 novembre, ma ad oggi non ci sono ancora novità.

La Figc ha promesso quanto prima di saldare le spettanze della passata stagione, è lo stesso commissario Luca Pancalli a dare la sua parola sul pagamento degli arretrati con valuta 17 novembre, mentre per quelle da luglio in avanti per ora non se ne parla. Ma la classe arbitrale non si accontenta delle promesse e ha scritto, per mano del suo rappresentante Stefano Farina, una lettera infuocata alla federazione. Ci sarebbe addirittura un gruppo di arbitri, la minoranza, che vorrebbero non scendere in campo o ritardare l'inizio delle partite del prossimo week-end come segno di protesta (a rischio dunque il big-match Palermo-Inter); mentre la maggioranza preferirebbe temporeggiare e chiedere l'ausilio di un legale per tutelarsi.

Ma sugli arbitri italiani di A e B, 41 ai quali vanno aggiunti gli 88 guardalinee, pende ancora una spada di Damocle: l'inchiesta della giustizia ordinaria sullo scandalo Calciopoli. I direttori di gara infatti non hanno ancora sottoscritto, e non sembrano intenzionati a volerlo fare, la clausola del nuovo contratto (quello che ha diminuito il gettone a partita da 5 mila a 3.400 euro) che prevede come in "caso di sospensione cautelare in attesa di un'inchiesta o di un giudizio disciplinare, le somme non vengono corrisposte". Gli arbitri vorrebbero invece la certezza che saranno saldati gli arretrati a chi è stato sospeso, e poi riabilitato, dopo le sentenze di Calciopoli, in attesa di ciò che potrebbe avvenire in Procura a Napoli, dove potrebbero essere prosciolti i nomi sotto inchiesta oggi, ma potrebbero anche comparirne di nuovi.