"No a chi sostiene il genocidio a Gaza" è quanto chiede il gruppo V4P all'istituzione veneta e alla Mostra del cinema in partenza il 27 agosto
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Prime nubi su Venezia 82 a pochi giorni dall'inizio: "Chiediamo che venga ritirato l'invito a partecipare alla Mostra a Gal Gadot e Gerard Butler e a qualunque artista e celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio perpetrato da Israele a Gaza". Questa la richiesta avanzata dal gruppo formato da artisti del cinema, giornalisti, attivisti riuniti sotto la sigla V4P (Venice4Palestine), all'istituzione veneta e alla 82esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre. Secondo quanto riferiscono le agenzie stampa però i due attori, protagonisti del film 'In the Hand of Dante', diretto da Julian Schnabel, presentato Fuori concorso, non avevano mai confermato la propria partecipazione alla kermesse.
Gal Gadot e a quanto riferisce Adnkronos, anche Gerard Butler, non andranno alla Mostra del cinema di Venezia. L'attrice israeliana, protagonista insieme a Butler del film fuori concorso di Julian Schnabel 'The hand of Dante' non accompagnerà quindi il cast e il regista al Lido. Secondo quanto apprende LaPresse, l'artista era stata invitata ma la sua partecipazione non era stata confermata, così come quella del collega. L'assenza al Lido non sarebbe dunque legata al 'pressing' del collettivo Venice4Palestine, che ha chiesto alla Biennale di prendere posizione sul conflitto in Medio Oriente.
Il gruppo di artisti Propal aveva già scritto una lettera, che aveva raccolto oltre 1500 firme in pochissimi giorni, il 22 agosto, chiedendo una condanna chiara del genocidio in corso a Gaza e della pulizia etnica in tutta la Palestina per mano del governo e dell'esercito israeliani. Tra le centinaia di artisti che avevano aderito, c'erano Marco Bellocchio, Laura Morante, Abel Ferrara, Alba e Alice Rohrwacher, Toni e Peppe Servillo, Matteo Garrone, Valeria Golino, Fiorella Mannoia, oltre a circoli del cinema, festival, sigle di categoria, sindacati, associazioni culturali, maestranze dei vari comparti del cinema, dell'arte, della cultura, della formazione e dell'informazione.
Era arrivata una risposta a stretto giro dell'ufficio stampa nella quale si ricordava "che la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e nel mondo".
Un'apertura raccolta da Venice4Palestine, che sottolinea come "ascoltare la voce di chi vive in prima persona l'inferno di questi giorni è necessario e urgente. Chiediamo quindi che durante la cerimonia d'apertura della Mostra sia dato spazio a noti artisti palestinesi che hanno già dato la propria disponibilità a portare una testimonianza diretta". Inoltre si ricorda il sostegno alla manifestazione Stop al genocidio - Palestina libera che si svolgerà il 30 agosto al Lido di Venezia, auspicando "che la Biennale trovi la formula più adatta per favorirne lo svolgimento". Si chiede poi "alla Biennale di esporsi con azioni e con posizioni chiare e che si impegni a interrompere le partnership con qualunque organizzazione che sostiene il governo israeliano, direttamente o indirettamente oltre a che "lo spazio venga messo a disposizione di una nostra delegazione che sfili sul red carpet con la bandiera palestinese".
A seguito "della nostra lettera aperta accogliamo molto favorevolmente i riscontri incoraggianti, sia quello solidale e
propositivo ricevuto dalle Giornate degli Autori sia quello di apertura al confronto di SNCCI - SIC - si spiega -. Ci ha favorevolmente colpito anche la diffusione a mezzo social del nostro appello da parte delle due sezioni indipendenti del
Festival. Restiamo invece amareggiati dalla risposta ricevuta a mezzo ufficio stampa dalla Biennale che non entra nel merito dei contenuti della nostra lettera".
La comunicazione ufficiale della Biennale "però sceglie ancora di non menzionare la Palestina e il genocidio in corso, né tantomeno lo Stato di Israele che lo sta perpetuando. Se la Biennale vuole davvero essere un "luogo di confronto aperto e sensibile", allora questo spazio deve essere innanzitutto uno spazio di verità - si osserva -. Apprezziamo ovviamente la presenza di film come "The Voice of Hind Rajab" della regista Kaouther Ben Hania, ma allo stesso tempo ci chiediamo come si può rendere omaggio a figure come Gerard Butler e Gal Gadot, protagonisti di un film fuori concorso, che sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele?".
Gal Gadot e Gerarrd Butler fanno parte del supercast di 'In The Hand of Dante' di Julian Schnabel, film Fuori Concorso che vede la partecipazione anche di Oscar, Al Pacino, John Malkovich, Martin Scorsese, Jason Momoa, Louis Cancelmi, Franco Nero e Sabrina Impacciatore. Tratto dal romanzo omonimo del 2002 e girato in gran parte in Italia, ruota attorno al manoscritto originale della Divina Commedia. C'è l'Italia del XI secolo, in cui Dante Alighieri vive e lavora in cerca dell'ispirazione per completare il suo capolavoro, e la New York del XXI secolo in cui un team di ladri dà la caccia al prezioso manoscritto che si crede perso da secoli.
Le ragioni che hanno spinto gli artisti Propal a chiedere l'esclusione dei due attori sono principalmente legate alle loro posizioni pro forze armate israeliane espresse in passato. Nel 2018 Gerard Butler aveva partecipato a un gala di raccolta fondi organizzato da Friends of the Israel Defense Forces, che ha raccolto 60 milioni di dollari per le forze armate israeliane. Dal canto suo Gal Gadot ha prestato servizio militare tra il 2005 e il 2006 come soldatessa delle Forze di difesa israeliane, divenendo anche istruttrice di combattimento.