Lorenzo Fragola torna con un brano tutto suo
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La vittoria a X Factor nel 2014, la morte del padre, la depressione e gli incontri che lo hanno aiutato a crescere
di Antonella Fagà© Ufficio stampa
Lorenzo Fragola è tornato con "1XTE1XME" e dopo sette anni pubblica un brano tutto suo: "Sono pronto a ripartire e non mi fermo più", ha spiegato il cantautore catanese a Tgcom24. Una "storia" quella del trentenne, vincitore nel 2014, dell'ottava edizione di X Factor, che assomiglia a quella di molti altri giovani cantanti, da Sangiovanni a Angelina Mango, per citarne alcuni, travolti da un successo arrivato troppo presto e troppo velocemente e fagocitati da un mondo, quello discografico, che non lascia tempo nemmeno per ragionare e, spesso, porta gli artisti ad un crollo emotivo.
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"Mi sono ritrovato su una macchina che andava molto veloce ma non sapevo guidare, speravo solo di non schiantarmi, ma proprio per questo prima o poi ti schianti...", racconta Lorenzo, che, dopo la vittoria a X Factor, si è trovato in un vero e proprio frullatore.
Il suo singolo di debutto "The Reason Why" (presentato come inedito al talent show, ndr) diventa prima disco d'oro in 5 giorni e dopo doppio disco di platino, stabilendo un primato assoluto all'interno del talent. Due mesi dopo arriva Sanremo, dove partecipa tra i big con "Siamo uguali", composta in tempi record (due mesi prima era ancora un concorrente di X Factor, ndr) e con la quale si classifica decimo. L'anno dopo è di nuovo sul palco dell'Ariston con "Infinite volte", che gli fa guadagnare un quinto posto.
Nel frattempo due dischi, "1995" pubblicato nel giugno del 2015 e "Zero gravity" uscito l'anno dopo. Il terzo, "Bengala", arriva nel 2018. E poi ci sono i brani singoli con le varie collaborazioni, da "L'esercito del selfie" con Arisa e Takagi & Ketra alle canzoni realizzate con la partecipazione di artisti ospiti:" Camera con vista" con Federica Abbate e "Solero" con i The Kolors, tra il 2028 e il 2021. La pressione è alle stelle e la malattia del padre e la sua successiva scomparsa, nel 2021, provocano lo scontro frontale e una forte crisi depressiva.
Cosa è successo in questi tre anni dall'ultimo lavoro, quello con Mameli, come ti sei risollevato?
Ho dovuto rimparare le basi, riscoprire il piacere di guidare. Devi capire dove vuoi andare e perché stai guidando quella macchina. Il lavoro che ho fatto è su più fronti, quello lavorativo e quello personale, ma ovviamente quello personale è stato condizionato tantissimo da quello lavorativo.
Quello personale è stato in parte anagrafico, crescere con l'età ti forma, soprattutto se per anni hai ritardato questa formazione, il momento in cui avresti dovuto fare i conti con te stesso. E' stato difficile perché ho dovuto recuperare un po' di tempo, che avevo passato a lavorare, a fare il grande nel mondo dei grandi, senza considerare che tipo di "grande" volessi diventare.
Poi c'è stato il lavoro musicale, che è stato molto più difficile perché mi sono dovuto confrontare con il fatto di non riuscire più a trovare una dimensione musicale, che mi piacesse, con il mondo discografico, che cambiava. Anche con il linguaggio, che devi comunque sempre migliorare e che ti porta a cambiare il tuo modo di comunicare. E tutto questo mentre stavo facendo il mio percorso personale, la terapia.
E' stato complicato e molto duro. Poi però è successo in maniera naturale. Sono coincise delle cose, la mia crescita, la maturazione e il fatto che avevo percorso vari stadi musicali fino a trovare la mia dimensione, una mia identità di linguaggio, alcuni incontri anche personali, di amicizia, sentimentali, rapporti familiari, che piano piano hanno trovato la loro dimensione e il loro equilibrio e questo poi ha fatto sì che, naturalmente, anche nella musica tutto si risolvesse.
Insomma è arrivato tutto di botto e c'è voluto tempo per affrontarlo, sicuramente ho potuto contare su delle risorse che non avrei avuto se non avessi fatto questo percorso. C'è stato il lavoro di terapia, di protezione da parte delle persone di cui ti circondi e con cui ti confronti, e poi il tempo che guarisce determinate ferite e ti fa capire determinate cose e te ne insegna delle altre.
E siamo arrivati a 1XTE1XME
Penso che avrei anche potuto pubblicare delle cose prima, a livello qualitativo, però non ero pronto da affrontare ciò che ne sarebbe derivato. Bisogna imparare a gestire quello che si può controllare e quello che non si può controllare e imparare a dare le priorità nelle cose nella vita. Questi insegnamenti, che ho fatto miei, adesso li applico anche alla musica.
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Come è nato il titolo e come è nata questa canzone, candidata a tormentone estivo?
Guarda, abbiamo provato vari titoli. Poi alla fine ho pensato, vabbè, mettiamo le parole che si ripetono più volte all'interno della canzone ed erano proprio queste. Ho provato varie versioni e poi pensato, che visto che la frase era lunga era meglio con la X. E' stata semplicemente una esigenza grafica.
L'intento era di pubblicare, dopo po' di tempo, che sono stato fermo, una nuova canzone, e, il modo migliore per farlo, è stato scegliere questo brano che era leggero e mi ha tolto anche in un certo modo il peso di dovermi confrontare di nuovo con il pubblico. Quando non sei più abituato a salire sul ring hai paura del primo pugno.
Così è stato veramente naturale, veramente facile, un gioco, che mi ha anche tolto un po' di responsabilità sul dover pubblicare. Questo brano rappresenta questo, cioè il voler tornare a fare canzoni nel modo più libero e leggero possibile per me.
Quindi vuol dire che tu adesso ti senti così, più leggero?
No, guarda, la realtà è stata che sono entrato in studio e non stavo pensando assolutamente a nulla, soprattutto non avevo pensieri lavorativi, quindi mi sono messo a giocare, a divertirmi. L'ho fatto con quest'ottica. Quando è uscito questo brano mi sono detto che forse era quello giusto. Non gli ho dato un significato inizialmente, cioè non ho pensato 'ok mi racconto, racconto una parte di me'. Non mi sono posto nessun obiettivo, è stata una forma di gioco, poi quando l'ho riascoltato ho cercato di dargli una forma, ovviamente dentro ci ho messo cose che aveva voglia di raccontare, però non è stato quello l'obiettivo iniziale. "1XTE1XME" rappresenta quello che voglio questo estate, ovvero giocare e mettermi di nuovo un gioco.
E' in corso quindi un processo "di ritorno"?
Sì, che in realtà c'è già stato, ci sono già tante canzoni e mi sento molto felice di quello che è venuto fuori dal lavoro in studio e questo ha fatto sì che io cominciassi a pubblicare di nuovo.
Il processo è stato avviato, ma non si ferma, non è che visto che ho scritto tanti brani che mi piacciono, adesso mi fermo. Ho ritrovato un piacere nell'andare in studio, nello scrivere, un piacere che ho dovuto recuperare o comunque ricostruire, e ora non l'abbandono più. Quindi ho voglia di continuare a scrivere, questo è il mio obiettivo, scrivere più che posso e pubblicare più che posso. Non penso di essere in una fase in cui voglio scegliere attentamente cosa pubblicare, il linguaggio, il modo… In questa fase della mia vita o della mia carriera anche artistica è più importante fare le cose, pubblicare, rendere partecipi le persone di quello che è stato il mio percorso, di quello che è il mio percorso, senza preoccuparmi di nulla.
Dobbiamo aspettarci un album che raccoglierà i pezzi che hai scritto, quelli che ancora non sono stati pubblicati?
Non lo so, non so quando succederà, se sarà uno o più di uno, non dipende da me, dipende da altre logiche che non mi riguardano. L'importante per me è che quando esco dallo studio io abbia messo tutto quello che posso della mia creatività a disposizione. Ho riscoperto il piacere d scrivere e di pubblicare. Poi vedremo che forma prenderà
Ti senti pronto a far fronte alla tua parte emotiva adesso e anche al mercato discografico, che è stato in gran parte responsabile del tuo crollo e del tuo silenzio negli ultimi anni?
Sì, diciamo che mi sono sempre un po' posto come un outsider, anche nelle scelte manageriali e come live, che ho fatto. Adesso diciamo che sono pronto più di altro per far capire quello che desidero. E quello che voglio è essere soddisfatto del lavoro creativo, più che un cantante, mi sento un creativo, e quindi non voglio che mi si pongano limiti. Poi su ciò che non riguarda la creatività posso anche fare almeno di avere il controllo. Che un album venga pubblicato a settembre, o ad ottobre, ad esempio, non m'importa. Ciò che conta è che i pezzi che ho scritto mi piacciano, mi rendano soddisfatto e felice.
C'è qualcuno in particolare con cui hai collaborato, qualcuno che ti ha ispirato, qualcuno che ti è stato particolarmente vicino?
No, guarda, gli incontri musicali che avuto sono stati tutti veramente importanti, da Federico Narbelli a Mace, a Gazzelle a Mameli, a Giuseppe Marino, che è un mio batterista. Alcuni insegnamenti però li ho saputi apprezzare solo dopo.
Sicuramente l'incontro con Mameli, con cui ho lavorato a stretto contatto, mi ha insegnato a superare la barriera di paura del giudizio. Però in generale tutti sono stati importanti.
Live in programma?
Non ho date mie al momento, colgo le occasioni che mi offrono, per rimettermi in gioco, ma quello che voglio fare adesso è pubblicare il più possibile e farlo cn una certa continuità per essere poi pronto per un concerto tutto mio