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Hollywood, gli attori rifiutano la proposta degli Studios: la protesta va avanti

Sfuma la possibilità  di chiudere lo sciopero cominciato il 14 luglio. Non si sa quando le parti riprenderanno il negoziato

Hollywood, gli attori rifiutano la proposta degli Studios: la protesta va avanti - foto 1
Afp

A Hollywood gli attori rifiutano la proposta degli studios arrivata nelle ultime ore.

La protesta sul contatto di lavoro va quindi avanti, dopo oltre 100 giorni di scioperi. Il sindacato degli attori afferma di non poter accettare "l'ultima, migliore e ultima offerta" sul contratto di lavoro formulata dagli studios sulle misure da includere nel nuovo contratto degli interpreti. Le due parti sono ancora lontane "su diverse questioni essenziali, tra cui l'Intelligenza artificiale", come ha scritto Sag-Aftra in una breve nota. Con il no del sindacato, sfuma la possibilità di chiudere questo lunghissimo sciopero cominciato il 14 luglio e non si sa ancora quando le parti riprenderanno il negoziato.

Hollywood, gli attori rifiutano la proposta degli Studios: la protesta va avanti - foto 2
Tgcom24

 

Aggiornamento: Hollywood, accordo preliminare fra attori e studios: sciopero finito

Lo sciopero indetto da Sag-Aftra 

 Il sindacato statunitense degli attori (Sag-Aftra) ha dovuto rispondere al "prendere o lasciare" degli Studios, nel 116simo giorno di picchetti.  I rappresentanti del Sag-Aftra hanno esaminato per tutto il fine settimana "l'ultima e migliore" offerta arrivata dagli Studios sabato mattina, rimanendo riuniti fino a notte fonda nel quartier generale di Los Angeles. I punti più spinosi, su cui le parti hanno trattato nell'ultimo giro di negoziazione cominciato una decina di giorni fa, sono quelli legati all'utilizzo dell'Intelligenza artificiale, alla spartizione dei profitti per le opere di successo in streaming e agli aumenti salariali. Secondo Variety i punti non soddisfacenti per gli attori nelle proposte degli studios erano tanti. Il problema era quindi capire quanto Major e streamers fossero disposti a cedere: la formula "offerta migliore e definitiva" usata sabato equivale a tracciare una linea oltre la quale non si è  disposti a trattare. Dirigenti, impiegati e lavoratori dello spettacolo aspettavano con ansia la risoluzione della vertenza che contrappone gli Studios agli interpreti e performers dal 14 luglio. Hollywood è ferma da quasi sei mesi: due mesi e mezzo prima degli attori infatti, avevano incrociato le braccia gli sceneggiatori, tornati al lavoro a fine settembre. 


Trattative e sciopero infiniti

  L'alleanza di studi e servizi di streaming che negozia con gli attori aveva reso noto nemmeno un mese fa, che "le due parti sono così distanti nelle trattative contrattuali che non ha senso continuare".

 Il sindacato degli attori aveva criticato quelle che hanno definito "tattiche di bullismo" della controparte. I negoziati erano ripresi proprio ad ottobre per la prima volta da quando gli attori hanno scioperato a luglio. Secondo gli studios l'accordo offerto era stato generoso quanto quello che ha posto fine allo sciopero degli sceneggiatori a settembre. Gli attori hanno definito questa "disinformazione", dicendo che l'offerta non era neanche lontanamente generosa come descritta.

 


La dichiarazione del Ceo di Netflix

  "Torneremo al più presto al tavolo, perché tutti vogliamo ricominciare a lavorare", ha detto all'ANSA Ted Sarandos, al margine di un evento a Los Angeles, dopo l'ennesimo no del sindacato degli attori. 
E adesso si ricomincia il lungo picchetto, che ha portato allo stop di mote produzioni cinematografiche, ultima tra queste "Mission: Impossible". La Paramount Pictures infatti ha infatti annunciato che la nuova data per l'ottava pellicola del franchise sarà il 23 maggio 2025. Era previsto per il 28 giugno 2024. La produzione del nuovo film con Tom Cruise nei panni dell'agente dell'IMF Ethan Hunt è stata sospesa a luglio, ferma al 40%, e per cui era previsto un ritorno sul set tra la fine dell'anno e inizio del prossimo.

 



Le star del cinema scendono in campo

 Intanto George Clooney e altre star di serie A sono scese in campo nella vertenza che da luglio divide il sindacato degli attori dai produttori di Hollywood. Dopo aver incontrato su Zoom i rappresentanti sindacali che stanno contrattando con l'Alleanza dei produttori, alcuni degli attori più pagati di cinema e tv si offrono di pagare di tasca propria le richieste del sindacato in sciopero da 99 giorni, in modo da raggiungere un accordo che possa far riprendere al più presto le produzioni e i ciak. Secondo Deadline, che ha intervistato George Clooney, lui e altri del calibro di Emma Stone, Ben Affleck, Tyler Perry e Scarlett Johansson hanno chiesto ai leader del sindacato Sag-Aftra di eliminare il tetto della quota associativa annuale di 1 milione di dollari.

 

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