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Il regista al festival accompagnato da Monica Bellucci. Ai ragazzi: "Sono felicissimo di essere qui, c'è una bellissima energia"
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Tim Burton è arrivato a Giffoni 55 accompagnato da Monica Bellucci, entrambi in total black, scatenando un vero delirio al festival. E' senza dubbio la star di questa edizione. A lui il premio Truffaut, consegnato dal fondatore della manifestazione, Claudio Gubitosi. In visibilio i quasi mille ragazzi assiepati alla Cittadella del Cinema, in fila sotto il sole cocente per un selfie o un autografo. "È un momento storico per noi, non credo ci sia mai stata un'accoglienza così" dice il giovane che presenta l'evento.
Il pluripremiato e iconico regista non si risparmia, ricambia l'affetto dei ragazzi con una disponibilità e affabilità davvero unica stringendo migliaia di mani, facendo tantissimi autografi e foto, mandando bacetti o ringraziando calorosamente i tanti giffoner, non solo italiani ma anche da Spagna, Norvegia, Macedonia, Croazia, Grecia e Azerbaigian che gareggiano per fargli domande. "Sono felicissimo di essere qui, c'è una bellissima energia" dice Tim Burton scatenando l'urlo dei giffoner. E quando i ragazzi mandano in onda un video di tributo ammette commosso: "Mi sono sentito come al mio funerale ed è stato bellissimo".
Poi tutti indossano la maschera da Mercoledì, in attesa della seconda stagione, e lui dice ridendo: "Siete bellissimi e terrificanti assieme. Continuate, questo è un festival bellissimo. Tanto tempo fa ero anche io come voi un giovane filmaker. Qui troverete lo spirito giusto per realizzare i vostri progetti". Sulla seconda stagione di "Mercoledì" rivela: "Spero di riuscire a farvi vedere tutte le sfaccettature di questo personaggio e di rendervelo ancora più vicino e umano, perché immagino che in questa sala ci siano tante, tanti Mercoledì". E spiega: "Quando ho letto le caratteristiche di questo personaggio ho immediatamente sentito una forte connessione con lei, perché ha una personalità forte. Mi sono sentito come un teenager pur essendo un uomo adulto, e questo mi ha fatto capire che tutti ci connettiamo con lei. Prendete esempio, continuate a seguire i vostri sogni".
Per Lady Gaga che con la sua musica ha reso la danza di Jenna Ortega-Mercoledì viralissima dice che si tratta di una "grande artista che mi ha sempre ispirato e con cui c'è stata grande connessione". Burton racconta poi che anche lui da ragazzo non amava la scuola e mi sentiva un escluso. "Anzi, un escluso tra gli esclusi. Non sono bravo a comunicare con le parole, sono più abile a fare cose pratiche e mi reputo un uomo molto fortunato, perché ho iniziato a seguire le mie passioni, disegnare, creare. Fate come me, non vi fate scoraggiare mai". Tanti i suoi capolavori, da "Edward mani di forbice" a "Nightmare before Christmas", da "Ed Wood" al "Il mistero di Sleepy Hollow", da "Big Fish - Le storie di una vita incredibile" a "La sposa cadavere", ma l'opera a cui è più legato "è Vincent, il mio primo corto realizzato nel 1982 con la voce narrante di Vincent Price, uno dei miei grandi miti. Ma non riguardo mai i miei film anche se mi piace molto farli".
Su Johnny Deep dice: "Era perfetto per il ruolo di Edward Mani di Forbice, nonostante all'epoca fosse un giovane idolo per teenager, avevo capito che era il classico attore da film muto e questa sua qualità di essere interiormente danneggiato, particolare sensibilissimo".
A proposito dei social, il regista ha detto: "Mi sento fortunato a essere nato in un'epoca in cui non esistevano, voi vivete imbevuti in questo universo, io probabilmente da ragazzo non credo sarei riuscito a sopravvivere in questo mondo così avvolgente. Ancora una volta credo che siamo fortunati a fare le cose che ci piace fare. Siete una generazione immersiva, ma vi prego, fate altro, oltre a stare connessi". E poi aggiunge: "Se leggo i commenti sui social su di me sono orribili, mi vorrei ammazzare, per questo vi invito a non dare alcun peso a tutto questo". Ribadisce la casualità della sua carriera: "Non so come è stato il mio percorso, uno strano viaggio, iniziato disegnando ma soprattutto senza mai abdicare alle mie passioni. Poi tutto è venuto in maniera imprevista".
Tante le domande sul suo lato oscuro con più di un giffoner che gli dice: "Grazie Maestro di aver animato i miei sogni e anche i miei incubi". "Io dark? - ribatte - Provo a raccontare la vita che è fatta di humour, tristezza, tragedia, leggerezza, emozione. I miei film sono così". La matita su carta è l'inizio di tutto, racconta. Big Fish, invece, è nato dopo la perdita del padre: "E' un progetto che è venuto a me da solo. Ero nella fase della vita giusta per poterlo realizzare. Non è una mia idea, è basato su un libro che mi ha molto colpito". E chiude ringraziando i ragazzi: "Grazie, questo incontro mi sarà molto di ispirazione, vi auguro una bella vita e una bella carriera".