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David Bowie, 50 anni fa usciva "Aladdin Sane" e nasceva un'icona immortale

Il disco dell'artista inglese segnò un momento di passaggio e lasciò ai posteri alcune canzoni fondamentali e una copertina diventata iconica


David Bowie, 50 anni fa usciva "Aladdin Sane" e nasceva un'icona immortale - foto 1
IPA

Un primo piano di David Bowie, con zazzera arancione e una saetta rossa e blu a solcargli il viso.

E' l'immagine che campeggia sulla copertina di "Aladdin Sane", album dell'artista inglese che usciva il 13 aprile del 1973 e compie oggi 50 anni. Non il più importante dei suoi album, ma sicuramente quello con la copertina più iconica, che ha lasciato ai posteri un'immagine unica e riconoscibilissima che nei mille mutamenti musicali e di look di Bowie ha rappresentato un punto di riferimento indelebile.

 

Fotogallery - A Londra mostra per i 50 anni di "Aladdin Sane"

 

Per David Bowie "Aladdin Sane" non sarebbe dovuto essere un album chiave. Schiacciato tra "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars" uscito un anno prima, e l'ambizioso "Diamond Dogs" che sarebbe stato pubblicato un anno dopo, "Aladdin Sane" nasce più come la fotografia di quanto Bowie sta vivendo ancora nei panni di Ziggy Stardust. Al punto che al momento dell'uscita di "Aladdin Sane" Bowie non ha ancora "ucciso" pubblicamente Ziggy, cosa che farà soltanto qualche mese dopo, il 3 luglio, annunciando dal palco dell'Hammersmith di Londra che quello sarebbe stato "il suo ultimo concerto".

 

Un album di passaggio dunque, in cui il periodo glam iniziato con "Hunky Dory" nel 1971 va sporcandosi incorporando nuove influenze, ma ancora non si è esaurito del tutto. Il disco al momento della sua uscita capitalizza la popolarità ottenuta da Ziggy Stardust, vendendo come il suo predecessore non aveva fatto: primo posto in Gran Bretagna e per la prima volta in Top 20 negli Stati Uniti. Un successo di pubblico inversamente proporzionale alla reazione della critica, per la prima volta non del tutto benevola, in un processo inverso a quello che aveva caratterizzato fino a quel momento tutte le uscite di Bowie.

 

Registrato come era avvenuto per "Ziggy Stardust" insieme alla formazione degli Spiders From Mars, ovvero Mick Ronson alla chitarra, Trevor Bolder al basso e Mick Woodmansey alla batteria, il suono di "Aladdin Sane" è contraddistinto dall'innesto fondamentale di Mike Garson al piano. Anche per questo motivo l'album sembra quasi spaccato in due, con da una parte una serie di brani ferocemente rock'n'roll e dall'altra un pugno di composizioni dalle atmosfere più retrò e sofisticate. Lo stile inconfondibile del pianista newyorchese caratterizza in maniera indelebile sia la jazzistica title track (con uno straordinario assolo dissonante e atonale), che la decadente "Time" dove si avverte tutta la lezione di Kurt Weill fino all'affascinante e sensuale "Lady Grinning Soul". A questi brani fanno da contraltare quelli in cui giganteggia la chitarra di Mick Ronson, a volte a volumi tali da sovrastare nel mix la voce, come nella canzone di apertura "Watch That Man". C'è spazio anche per una cover dei Rolling Stones, "Let's Spend the Night Together", ma il fantasma degli Stones aleggia un po' in tutto il disco: lo stesso Jagger secondo alcune fonti sarebbe il soggetto di "Watch That Man", mentre viene poi citato in "Drive-In Saturday", insieme ad altri personaggi come Marc Bolan, Carl Gustav Jung e Twiggy. Inoltre "Lady Grinning Soul" è un omaggio alla cantante soul americana Claudia Linnear, già ispiratrice di "Brown Sugar" (significati metaforici a parte) della coppia Jagger-Richards.

 

L'influenza degli Stati Uniti

 "Aladdin Sane" (il titolo è un gioco di parole su "A Lad Insane", un ragazzo fuori di testa) è figlio del tour fatto da Bowie nel 1972 lungo tutti gli Stati Uniti. Una sorta di "Ziggy va in America", dove i riferimenti musicali e lirici vengono sottolineati dall'idea di associare a ciascuna canzone una località statunitense: da New York ("Watch That Man") a Seattle-Phoenix ("Drive-In Saturday"), Detroit ("Panic in Detroit"), Los Angeles ("Cracked Actor"), New Orleans ("Time") e ancora Detroit e New York ("The Jean Genie"). A queste vengono aggiunte la RHMS Ellinis ("Aladdin Sane"), la nave che riportò a casa Bowie alla fine dell'anno, Londra ("Lady Grinning Soul") e, più specificatamente, Gloucester Road ("The Prettiest Star"). 

 

La storia della copertina

 C'è poi la copertina di "Aladdin Sane", che fa storia a sé. La foto è stata scattata dal fotografo Brian Duffy, che venne presentato a Bowie dal manager Tony Defries, mentre il trucco con la saetta viene creato da Pierre La Roche a rappresentare la personalità scissa del personaggio. Un dettaglio è invece idea di Duffy, ovvero la lacrima che scende lungo il petto di Bowie. Entusiasta del risultato, Defries insiste con la Rca, la casa discografica di Bowie, perché la copertina venga riprodotta con un inedito sistema a sette colori, un processo inedito in Gran Bretagna e che per questo necessita dell'intervento di un tipografo di Zurigo. Curiosamente in Italia la casa discografica decide di anticipare l'uscita distribuendo il disco con una copertina provvisoria completamente bianca con il nome di Bowie e il titolo dell'album, lasciando la possibilità a chi ha acquistato questa prima tiratura di richiedere gratuitamente la copertina definitiva una volta pubblicata.

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