INTERVISTA A TGCOM24

I Calibro 35 tornano a confrontarsi con dei classici: in "Exploration" cinefilia e futurismo retrò

Il nono album in studio della formazione composta da Fabio Rondanini, Massimo Martellotta, Enrico Gabrielli e Tommaso Colliva riavvolge il nastro

di Luca Freddi
10 Giu 2025 - 10:15
 © Chiara Mirelli

© Chiara Mirelli

I Calibro 35 pubblicano il loro nuovo album, "Exploration", che rappresenta un ideale sviluppo del precedente Ep "Jazzploitation". Segna il ritorno alla label indipendente Record Kicks e vede la partecipazione di Roberto Dragonetti al basso. Il lavoro della band composta da Tommaso Colliva, Enrico Gabrielli, Massimo Martellotta e Fabio Rondanini è soprattutto un ritorno alle origini: prendere materiale altrui (dagli Azymuth a Lucio Dalla, da Piero Umilani a Herbie Hancock) per farlo loro, grazie a un sound e un groove ormai riconoscibili e marchio di fabbrica di questo progetto di ricerca sui suoni della golden age delle colonne sonore italiane. Tommaso Colliva l'ha raccontato a Tgcom24: "Siamo andati a prendere musiche affini e limitrofe mettendocele addosso".

Dopo Jazzplotation è arrivato "'Exploration", c'è un legame tra i due progetti discografici? e qual è il significato che date al titolo
E' molto forte perché" Exploration" nasce come costola di "Jazzplotation". Il progetto che noi abbiamo fatto per JazzMi è stato scintilla che ha dato il via a questo disco, perché quella lì è stata l'occasione per noi di forzarci a confrontarci con un altro repertorio di cui eravamo ascoltatori ma non eravamo stati esploratori. Dopo quel concerto lì ci siamo proprio detti: "E' divertentissimo tornare a suonare musiche di altri, ma se ci facessero un disco". Soprattutto perché questo è un periodo in cui stiamo producendo un sacco di musica originale per le colonne sonore che facciamo. E dopo 18 anni ai battere sullo stesso chiodo si è evoluto un suono nostro. Non c'è più la necessità di esprimere noi stessi e suonare musica che abbiamo fatto noi. La sfida è stata "Riusciamo a esprimere noi stessi facendo musica di altri?" E' questo è quello che abbiamo cercato di fare con questo disco: andare a prendere musiche affini e limitrofe e farle nostre, mettendocele addosso.

Ascoltando il disco ho sentito anche delle sigle televisive, oltre all'universo cinematografico che rileggete solitamente
Questo è stato totalmente casuale, non è stato non è stato intenzionale. Questo dipende dal fatto che tutti noi siamo ragazzi cresciuti negli anni 80. E in quel periodo il mezzo di comunicazione di massa principale era la televisione e quindi lei ha veicolato in varie forme e in vari modi anche della musica che inconsapevolmente ha iniziato a far parte del nostro dna. Ovviamente televisione degli anni 80 ha veicolato tante cose molto prescindibili ma anche un sacco di musica atipica utilizzata come sigle. E da qui infatti vengono "Jet carnival" e "Discomania".
 

Come avete scelto invece gli altri brani?
Sono usciti proprio facendo una selezione molto veloce di brani che avevamo voglia di suonare e che potevano aiutarci a esprimere noi stessi. Cioè da un lato rimanere noi stessi esplorando qualcosa di nuovo.  Questo perché abbiamo provato a fare invece un po' di altre cose che però sono risultate un filo troppo distanti da noi e che ci facevano sentire come se stessimo facendo i compitini delle scuole elementari.

© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Negli anni siete stati protagonisti di concerti e dialoghi con ambienti diversi. Quanto è cambiato o si è modellato il suono dei Calibro 35 nel tempo?
Cambia perché è una delle grandi fortune dei Calibro e anche quella che alcuni processi che possono diventare un po' noiosi per gli artisti stessi non riusciamo ad abitarci lì noi. Noi non possiamo fare un concerto di greatest hits perché non ce l'abbiamo avute. Però nonostante tutto è vent'anni che facciamo questa roba è che continuiamo a modulare quello che facciamo. I concerti che portiamo in giro ora sono soprattutto una delle cose che mi rende più felice perché sono concerti al 100% di Calibro 35. Cioè tu hai il suono dei Calibro, se ci conosci è proprio quello che ti immagini, però una scaletta che al 80% non hai mai sentito. Questo è interessante perché un po' crescendo noi e un po' ampliando la platea di palchi dove andiamo, abbiamo un pubblico che conosce il nostro repertorio ma non conosce i Calibro 35 e un pubblico che conosce i Calibro ma non il repertorio che facciamo. E questa è una cosa bella perché crea un'esperienza nuova per tutte le persone coinvolte.

Visto che siete sempre in divenire, come sarà questo tour quindi: farete un solo tipo di show?
Sì sarà un solo tipo di show, ma conoscendoci, la scaletta cambierà poi gioco forza. Non riusciamo a esimerci dallo scegliere uno a l'altro pezzo da fare in ogni esibizione.

Pensi che in Italia ci sia un pochino un movimento che abbraccia il jazz e un certo groove declinato come avete fatto voi? Parlo di Studio Murena, C'mon tigre, Nu Genea
Ci sono un sacco di cose interessanti e molto belle che stanno uscendo di cui hai fatto alcuni nomi e a cui posso aggiungere Savana funk e Planet Butter. E' molto bello che ci sia questa cosa e mi fa molto contento, perché poi possa ritenere i Calibro 35 abbiano in parte contributo al fatto che questa cosa nascesse. Ma non ho una così alta considerazione da pensare che se non ci fossimo stati noi non sarebbe successo. Comunque io vedo anche questo come una attenzione alla standardizzazione che invece c'è in tutto un altro tipo di musica. Sono persone che hanno voglia di fare musica, voglia di abbracciare strumenti e voglia di esprimersi attraverso la musica. Perché la cosa che cambia secondo me è profondamente questa: tutte le persone che hai citato tu e che ho citato io non fanno musica per diventare famosi, non è quello l'obiettivo. Fanno musica perché è divertentissimo farla.

Il tour

  Intanto, è in pieno svolgimento il tour dei Calibro curato da Ponderosa. Fra le numerosissime date in tutta Italia: il 21 giugno a Lido di Camaiore per La Prima Estate, il 20 luglio al Teatro Romano di Verona, il 28 luglio a Napoli, l’8 agosto a Locorotondo per il Locus Festival, il 4 settembre a Catania per Ricci Weekender e il 10 ottobre a Roma (Forte Trionfale), per citarne soltanto alcune. E poi tra novembre e dicembre le prime date internazionali, toccando Atene, Barcellona, Berlino, Parigi e Londra.

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