Alvaro Vitali, volto storico della commedia sexy degli Anni 70 e 80
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L'amico regista Claudio Di Napoli racconta le ultime ore dell'attore
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Dopo la morte di Alvaro Vitali, il mitico Pierino del cinema, la famiglia fa sapere con un comunicato che i funerali si svolgeranno il 26 giugno a Roma. Intanto a Fanpage, Claudio Di Napoli, regista e amico dell'attore, racconta le ultime ore dell'artista: "È morto sui gradini di casa, stava soffrendo come un cane".
"Con profondo dolore, salutiamo Alvaro Vitali. Chi vorrà dargli l'ultimo saluto, il funerale si terrà il 26 giugno ore 15 presso la Chiesa di San Pancrazio, a Monteverde Vecchio a Roma": è quanto rende noto la famiglia di Vitali.
"Alvaro non è morto a causa della broncopolmonite - ha confessato a 'Fanpage' Claudio Di Napoli - Stava male, sì, ma non al punto da far pensare a un’evoluzione così rapida. Voleva tornare a casa, non ne poteva più dell’ospedale. Appena ho saputo che aveva lasciato l’ospedale, l’ho chiamato e mi sono arrabbiato. Ma lui non ce la faceva più. Era ricoverato da due settimane, voleva solo tornare a casa. È stato Manolo, un nostro amico che da qualche tempo gli faceva da assistente, ad andarlo a prendere. Lo ha portato a pranzo a Fiumicino, poi dal barbiere e infine a casa. Purtroppo, non è nemmeno riuscito ad arrivarci: dopo aver salito i primi tre gradini, si è sentito male e si è accasciato. L’ambulanza è arrivata subito, ma non c’è stato nulla da fare. È morto tra le braccia di Manolo".
"Era molto triste - ha proseguito il regista - La situazione sentimentale che stava vivendo lo aveva profondamente provato. Soffriva come un cane abbandonato sull’autostrada. Lo andavo a trovare tutte le sere in ospedale. Restavo con lui per un paio d’ore e lo vedevo piangere, stare male. Sarebbe tornato nella casa che condivideva con la moglie, Stefania Corona. Già da un paio di mesi viveva lì, insieme a lei e al suo nuovo compagno. Una situazione complicata. Più volte gli avevo proposto di venire a stare da me, ma non aveva voluto. Insieme agli altri amici, gli avevamo anche suggerito di trasferirsi temporaneamente dal figlio a Vercelli, per rimettersi in forze e poi cercare un appartamento tutto suo. Stavamo cercando di aiutarlo a riorganizzare la sua vita. Nessuno si aspettava un epilogo del genere".
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