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Torino, paziente salvato da un "colpo di calore" con un trapianto di fegato: è la prima volta

L'intervento è stato effettuato presso l'Ospedale Molinette. La prima temperatura corporea registrata sul 57enne è stata di 41 gradi, dopodiché le sue condizioni si sono aggravate fino al coma

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-afp

I medici dell'Ospedale Molinette di Torino hanno salvato un paziente da morte certa grazie a un trapianto di fegato.

L'uomo, di 57 anni, soffriva di una gravissima insufficienza epatica sviluppata in seguito a un "colpo di calore" accusato tre giorni prima. La prima temperatura corporea del paziente è stata di 41 gradi, dopodiché le sue condizioni si sono aggravate fino al coma. "È un intervento unico per il tipo situazione che ha generato il danno epatico così grave e così rapidamente", ha spiegato il professor Renato Romagnoli, direttore del Centro Trapianto Fegato dell'ospedale, che ha supervisionato l'intervento.

 

 

Il "colpo di calore" - Il 57enne, dalla corporatura atletica da ex corridore, era stato colto da malore nei pressi di casa sua ma era stato in grado di chiedere aiuto. I soccorritori del 118 al loro arrivo l'hanno trovato riverso a terra, privo di sensi, vicino a un rogo di rovi e sterpaglie verosimilmente appiccato da lui. La prima temperatura corporea è stata di 41 gradi, a prova di uno stato di cosiddetto "colpo di calore". Le condizioni cliniche dell'uomo sono apparse subito critiche, tali da necessitare l'intubazione tracheale sul posto e il trasporto in elisoccorso verso la Rianimazione dell'ospedale di Alessandria.


Le condizioni dopo il ricovero - Nelle ore successive, dopo il raffreddamento del corpo, le condizioni del paziente si sono stabilizzate. Gli indici relativi allo stato del fegato a partire da 24 ore dopo l'evento acuto, hanno però registrato un evidente e progressivo peggioramento. A poco più di 36 ore l'uomo non dava alcun segno di risveglio dal coma e si trovava in uno stato di grave insufficienza epatica acuta. Il 57enne è stato poi trasferito in Rianimazione 2 delle Molinette e inserito in lista d'attesa per trapianto di fegato in "super urgenza nazionale", a circa 48 ore dall'iniziale colpo di calore.

 

 

Il trapianto e il post-operazione - La Rete Trapianti italiana si è immediatamente attivata e in pochi minuti ha individuato un donatore d'organi compatibile, da poco resosi disponibile a Udine. Il trapianto di fegato è stato eseguito tre giorni dopo che il paziente aveva accusato il malore. L'intervento è stato eseguito con successo e il 57enne ha normalizzato i valori della funzione epatica e sta dando significativi, seppur iniziali, segni di risveglio dal coma.

 

Un intervento unico - "Quando il grado di compromissione funzionale epatica supera i limiti di non ritorno, allora inizia una vera corsa contro il tempo", ha commentato il dottor Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Salute di Torino. Il fegato è un organo molto sensibile al
calore", ha invece spiegato il dottor Romagnoli. "Il cervello paradossalmente ha meccanismi di difesa superiori. E qui c'è stato un insieme di concause, caldo estremo in campagna, fra 38 e 40 gradi ambientali, la malaugurata idea di dare fuoco a sterpaglie, quindi verosimilmente l'uomo è stato investito da calore e fumo".

 

Una corsa contro il tempo - "Conoscendo la progressione di questi casi - ha proseguito Romagnoli - l'abbiamo inserito nelle liste d'attesa a 48 ore dal fatto, perché a 36 era chiaro che sarebbe andato molto oltre il limite di non ritorno. L'evoluzione in questi casi è rapidissima e la finestra del trapianto è fino alla terza o quarta giornata, non oltre. Il 'colpo di calore', così come accade ai maratoneti per un eccezionale sforzo fisico, consuma tutte le riserve del fisico e del fegato. Siamo riusciti a operare prima delle 72 ore e la funzione epatica in due giorni ora si normalizza".

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