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Soldi ai partiti, Letta: "Niente passi indietro"

"Eʼ una buona riforma. Perché bloccarla", si chiede il premier dopo i malumori dei partiti sul ddl che prevede lʼabrogazione per gradi dellʼattuale sistema sui rimborsi elettorali

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"Non faremo passi indietro sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Il ddl che abbiamo presentato è una buona riforma. Perché bloccarlo?". Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel giorno in cui alla Camera prende il via il voto degli emendamenti al testo. 

Santanchè (Pdl): "Non scherziamo, abolire finanziamento" - "Non facciamo scherzi sul finanziamento pubblico ai partiti, punto qualificante del programma elettorale del Pdl. Ognuno cammini con le proprie gambe. In questo momento di profonda crisi economica, considerando come tirano la cinghia gli italiani, essi non capirebbero se noi non facessimo come loro". Lo afferma Daniela Santanchè del Pdl.

Orfini (Pd): "Non grillizzarsi" - Più critico, invece, l'esponente del Pd Matteo Orfini. "Nei momento di difficoltà di governo ci si grillizza e si utilizza l'argomento del finanziamento pubblico contro un indistinto partitismo". "Su questo punto stiamo facendo una discussione di merito che parte dal ddl - spiega Orfini - e nessuno sta cercando di rallentare. Il problema che abbiamo posto è solo quello di garantire al fianco all'abolizione del finanziamento anche la democrazia interna e la trasparenza dei partiti".

Cosa prevede il ddl - Il disegno di legge varato il 31 maggio prevede l'abrogazione per gradi dell'attuale sistema di rimborsi elettorali ai partiti. Il contributo pubblico dovrebbe ridursi al 60% nel primo esercizio successivo a quello dell'entrata in vigore della legge, al 50% nel secondo esercizio e al 40% nel terzo esercizio, per poi cessare del tutto. A regime - nel 2017, se la legge fosse approvata dal Parlamento entro quest'anno senza modifiche sostanziali - gli unici canali di finanziamento dei partiti diventerebbero le erogazioni volontarie con detrazioni dall'imposta lorda del 52% per gli importi fra i 50 e i 5.000 euro e del 26% per tutti gli altri fino a un massimo di 20.000 euro e la destinazione volontaria del 2 per mille.

La contribuzione volontaria partirebbe dalla dichiarazione dei redditi 2015 relativa all'anno precedente.