oltre i pregiudizi

Scrivere il proprio destino, Francesco e la sfida alla sordocecità

Francesco è nato non vedente e ha progressivamente perso l’udito: oggi è avvocato e presidente del Comitato delle Persone Sordocieche

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 © Ufficio stampa

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Francesco Mercurio è la prova vivente che la disabilità, se sostenuta e riconosciuta, può trasformarsi in energia creativa. Nato non vedente e avendo progressivamente perso l’udito a partire dai dieci anni, cresce in un istituto per non vedenti dove la perdita dell’udito sembra precludergli ogni prospettiva. L’incontro con la Lega del Filo d’Oro, però, gli restituisce strumenti, fiducia e un orizzonte nuovo, avviando un itinerario che lo porterà ben oltre i limiti imposti dalla sua condizione.

“Essere nel mondo”

 Quando arriva a Osimo, dove ha sede la Lega del Filo d’Oro, Francesco riscopre prima di tutto se stesso e presto capisce che “essere nel mondo” non è un privilegio ma un diritto anche per chi non vede e non sente. Viaggiare, studiare e fare sport diventano esperienze ordinarie, non eccezioni tollerate.

“Nulla su di noi senza di noi”

 Armato di questa consapevolezza, Francesco affronta l’università con “studio, impegno, dedizione e concentrazione”, come ama ripetere. Si laurea in Giurisprudenza, supera l’esame di Stato e diventa avvocato: un risultato che gli consente di far valere i diritti delle persone sordocieche. Non a caso oggi lavora alla Lega del Filo d’Oro come esperto di diritti e presiede il Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro, la voce ufficiale del principio “Nulla su di noi senza di noi” che l’organizzazione porta avanti fin dalla fondazione.

La lotta per i diritti delle persone sordocieche

 La sua leadership unisce ironia e rigore. “La nostra società deve rallentare, perché più corre più aumenta il numero di persone deboli che lascia indietro”, ama ricordare. Lo stesso tono deciso emerge ogni 3 dicembre, quando, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, richiama lo Stato italiano alle proprie responsabilità: dall’attuazione della Convenzione ONU all’applicazione piena della legge 107/2010 sulla sordocecità, troppo spesso “ferma ai box” rispetto alle necessità reali di chi vive una disabilità complessa.

Il suo impegno non si esaurisce nella dimensione istituzionale. Ogni giorno dimostra che “lo straordinario deve diventare ordinario”: dal tiro con l’arco alle esperienze di volo, dalle conferenze sull’accessibilità digitale ai viaggi, ogni esperienza è progettata per ampliare le competenze e l’autostima dei partecipanti. Così Francesco diventa ponte fra mondi, fra chi comunica con la voce e chi sfiora un palmo per trasmettere un’idea, e modello concreto per le famiglie che varcano per la prima volta la porta del Centro Nazionale di Osimo.

La sordocecità come sfida, non come destino

 Guardando il percorso di Francesco Mercurio si intuisce che il vero superamento non riguarda soltanto la sordocecità, ma il modo in cui la società sceglie di relazionarsi alla disabilità. La sua storia ricorda che i diritti non sono concessioni, bensì strumenti di cittadinanza; e che, con un accompagnamento competente e il coraggio di “rallentare”, ogni limite sensoriale può trasformarsi in una via luminosa verso l’indipendenza, dove la sordocecità è una sfida, non un destino.

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