oltre i propri limiti

Inclusione e speranza, il viaggio di Nicola

Con l’aiuto degli specialisti della Lega del Filo d’Oro, di educatori e della sua comunità, Nicola sta costruendo il suo futuro giorno dopo giorno

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 © Ufficio stampa

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Quando Paola racconta la nascita di suo figlio Nicola, riemerge il ricordo di un momento carico di paura e speranza. Era agosto 2018 e il piccolo è venuto al mondo con due mesi di anticipo, in un clima già segnato dall’ansia per le numerose scosse di terremoto registrate nel piccolo comune di Mafalda, in Molise. Ma il vero sisma, per la sua famiglia, arriva poco dopo: Nicola ha subito una grave sofferenza perinatale e la diagnosi è una sentenza dura: danni cerebrali importanti, una vita segnata da gravi disabilità. I medici sono da subito chiari e non lasciano spazio alla speranza: Nicola non avrebbe camminato, parlato, né visto.

Eppure, oggi a sette anni, Nicola sfida ogni giorno quei limiti. Si muove con la carrozzina, parla con frasi semplici, frequenta la scuola e ha tanti amici. Il suo è un cammino difficile, ma segnato da una volontà luminosa e da un sostegno essenziale: quello della Lega del Filo d’Oro.

Costruire possibilità

 Dopo anni di terapie in strutture diverse e un intervento per favorire la deambulazione, Nicola e la sua famiglia incontrano la Lega del Filo d’Oro. Da quel momento, tutto cambia. “La cosa più bella della “Lega” è che ogni bambino viene visto per ciò che può fare, non per ciò che non può fare”, racconta Paola. È proprio in questo sguardo positivo e competente che la parola “inclusione” prende forma concreta: si tratta di accogliere, valorizzare, costruire possibilità.

Le conquiste di Nicola

 Due anni fa, nel Centro Nazionale di Osimo, Nicola esegue il primo intervento precoce. Le educatrici Loretta, Silvia, Alberta e Federica, la fisioterapista Francesca e la musicoterapista Fiammetta riescono a vedere potenzialità che persino i genitori facevano fatica a scorgere: residui sensoriali minimi, ma sufficienti a costruire competenze. Tornato a Mafalda, Nicola ripete a casa gli esercizi imparati a Osimo e, al controllo successivo, i progressi risultano evidenti.

Durante il secondo trattamento gli operatori puntato a sviluppare un’autonomia comunicativa, che lo prepari al suo ingresso nella scuola primaria: un computer touch su misura, giochi per coordinare occhio e mano, esercizi per contare oggetti, riconoscere forme, associare suoni a lettere, la P di papà, la C di cracker. Obiettivi che sembrano piccoli ma aprono mondi: prendere da solo un biscotto, suonare con entrambe le mani la pianola, stappare un pennarello. Ogni gesto conquistato allarga lo spazio di partecipazione.

Libertà e inclusione

 Nicola, oggi, è un bambino attivo nella sua comunità: partecipa al catechismo, è presente alle feste, è conosciuto e accolto nel suo paese. La carrozzina non è più un limite, ma uno strumento che gli permette di esplorare il mondo o, come dice la madre, “è la sua libertà”.

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