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Robot e lavoro: l'automazione aiuterà i talenti e creerà nuovi posti

La ricerca di ManpowerGroup sui nuovi scenari dellʼimpiego nellʼera dellʼautomazione e dellʼIntelligenza artificiale

Robot e lavoro: l'automazione aiuterà i talenti e creerà nuovi posti - foto 1
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I robot sostituiranno tutti i lavoratori? Questa è la domanda che più di tutte tormenta i detrattori della nuova rivoluzione industriale.

A rassicurare arriva però, una ricerca promossa da ManpowerGroup intitolata "Humans Wanted, Robots Need You" che ha coinvolto 19mila datori di lavoro in 44 paesi: non sono non ci ruberanno il lavoro, ma gli automi contribuiranno a crearne di nuovi. Mai così tante aziende (ben l'87%) pensa di aumentare o mantenere la sua forza lavoro per il terzo anno consecutivo come effetto dei processi di automazione adottati all'interno. Inoltre, l'84% dei datori di lavoro interpellati prevede interventi che mirino allo sviluppo di nuove competenze per i propri dipendenti entro il 2020.

“Dobbiamo sfatare il mito dei robot come minaccia dei lavoratori”, spiega Riccardo Barberis, Amministratore delegato di ManpowerGroup. “Non possiamo fermare l'evoluzione tecnologica, ma la nostra responsabilità è piuttosto quella di individuare le migliori soluzioni per integrare il lavoro umano con quello delle macchine. Per questo diventa sempre più importare attrarre e scegliere i talenti in possesso delle competenze soft più adatte e che siano in grado di valorizzare al meglio il lavoro delle macchine. L'assessment è lo strumento più prezioso per comprendere il potenziale umano e destinare le persone al ruolo per cui sono più adatte. L'utilizzo di strumenti scientifici aumenta la probabilità di scegliere la persona giusta per il ruolo più adatto dal 50% a più dell'80%. Con questa convinzione abbiamo deciso di potenziare i servizi di assessment attraverso la creazione di un nuovo Assessment Lab che, siamo certi, contribuirà a fornire un supporto decisivo alle aziende nella individuazione delle risorse professionali i ruoli per cui sono richieste”.

E del neonato Assessment Lab si è parlato nel corso dell'evento organizzato da ManpowerGroup il 6 marzo nella prestigiosa cornice milanese di Villa Necchi Campiglio. Al tavolo insieme a Barberis anche il professore Tomas Chamorro-Premuzic (Chief Talent Scientist di ManpowerGroup, Psicologo, autore e docente di Business Psychology), Giampaolo Grossi (General Manager Starbucks Italy Srl), Bruno Lepri (Head of Mobile and Social Computing Lab at FBK and Visiting Researcher at MIT Media Lab), Raffaella Temporiti (Responsabile Risorse Umane Accenture Italia, Europa Centrale e Grecia) e Paolo Gallo (Executive coach and author che si è collegato via Skype).

"Credo che si affronti questo tema dei robots in modo molto sensazionalistico - riassume Chamorro-Premuzic. - Le persone pensano che presto potrebbero essere sostituite da cyborg. Per prima cosa dobbiamo capire che i robot esistono da moltissimo tempo: quando vai a un bancomat per prelevare lì c'è un robot, quando vai alla cassa automatica di un supermercato anche lì c'è un robot, ai controlli di sicurezza in aeroporto spesso c'è un robot. Tutte queste tipologie di automatismo cresceranno e quello che sappiamo dalle nostre ricerche è che ogni tipo di intelligenza artificiale, di automazione o robotica causa la fine di qualche lavoro ma ne crea altro. Fino a quando concordiamo sul fatto che le persone possono essere riqualificate e ottenere competenze migliori trarremo dei benefici da questa terza rivoluzione industriale, ma se non siamo in grado di formare le persone abbastanza rapidamente allora ci potranno essere delle conseguenze negative per il mercato del lavoro". 


Giampaolo Grossi, General manager Starbucks Italy Srl, nel suo intervento ha posto l'attenzione sulla perdurante importanza del fattore umano. "In Starbucks pensiamo che l'uomo sia ancora a supporto della tecnologia e non viceversa dal momento che la tecnologia è sempre orizzontale mentre la creatività e l'effetto sorpresa sono il contributo specifico che solo l'essere umano può aggiungere ai processi".  

Bruno Lepri, Head of Mobile and Social Computing Lab at FBK and Visiting Researcher at MIT Media Lab, ha richiamato l'attenzione sul rischio che le grosse multinazionali del web possano diventare monopoliste dei sapere: "L'aspirazione più diffusa oggi è quella di lavorare per cinque/sei grandi operatori del web che stanno rastrellando i cervelli migliori con il rischio che a tutte le altre realtà restino solo le briciole e che ci sia un gap di conoscenze enorme tra i big e il resto del mondo. Apple, Facebook, Google, Amazon fanno ormai concorrenza alle università, dal momento che sono le maggiori realtà a fare vera ricerca sull'intelligenza artificiale. In tale prospettiva avranno un grosso vantaggio competitivo".

Prova proprio ad aiutare le aziende a individuare le giuste risorse per affrontare i cambiamenti imposti dall'Industria 4.0 l'Assessment Lab lanciato da ManpowerGroup, un laboratorio di soluzioni e strumenti per la valutazione delle competenze basata su un approccio scientifico. Guidato da un team dedicato di psicologi ed esperti del lavoro in tutto il territorio nazionale, il Lab combina le hard skills (competenze tecniche) con quelle trasversali (soft skills) attraverso processi di valutazione personalizzati delle soft skills condotti con Assessment di gruppo e individuali.


Come mostra l'ultima ricerca messa a punto da ManpowerGroup, le competenze tecniche restano importani, ma sempre più piede prendono i saperi trasversali o soft, i più difficili da insegnare. I candidati, ad esempio, che dimostrano di possedere maggiori capacità comunicative, cognitive o creative hanno maggiore possibilità di successo nel corso della propria carriera. Entro il 2030, la richiesta di soft skill sociali ed emotive, aumenterà del 22% in Europa. Per questo motivo, soluzioni che prevedono l'utilizzo di strumenti quali assessmentbig data analisi predittiva della performance per definire le competenze complementari, identificare i punti di forza e aiutare i collaboratori a costruire un percorso professionale più chiaro, diventano oggi tassello fondamentale nella Talent Strategy delle aziende.