Speciale Guerra Ucraina
ANNIENTATE DAGLI AVVERSARI

Ucraina, bloccate a soffrire la fame sulle "isole della morte": il caso delle truppe russe sul fiume Dnepr

Centinaia di soldati del Cremlino sono intrappolati sulla riva destra del fiume ucraino e molti sono morti di stenti per la mancanza di rifornimenti. Un gruppo ha tentato la fuga su un'imbarcazione, ma è stato colpito dagli avversari. Il punto sullo stato della guerra

21 Ott 2025 - 16:23
 © Da video

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Il fiume "sacro" dell'Ucraina, il Dnipro (Dnepr in dizione russa), segna da oltre tre anni una parte del fronte di guerra. Dalla ritirata russa da Kherson, avvenuta a novembre 2022, l'arteria fluviale rappresenta anche un incubo per molte truppe del Cremlino, tagliate fuori dal resto dell'esercito invasore e intrappolate su diversi isolotti. Qui sono costrette da mesi a patire la fame (fino alla morte) per l'impossibilità di rifornimenti. Le chiamano le isole della "zona della morte" (зоне смерти, zone smerti), ma in Russia se ne parla il meno possibile, per ovvie ragioni di propaganda e tenuta del morale. Recentemente le forze di Kiev, con l'indispensabile supporto delle intelligence occidentali, hanno riportato in auge l'argomento per via di un'operazione militare che ha annientato un gruppo di soldati russi che tentavano di scappare in barca dalla zona.

Il caso dei soldati russi bloccati sull'isola della morte

 Centinaia di soldati russi risultano dunque bloccati e lasciati a morire di fame nel delta alluvionale del Dnepr, dove le truppe ucraine osservano ogni loro mossa dall'alto. Da fine 2022 la riva sinistra del fiume è sotto il controllo ucraino, mentre sulla riva destra premono le truppe russe. Nel disperato tentativo di salvarsi, un gruppo di militari di Mosca ha tentato la fuga a bordo di un'imbarcazione. Camuffati da un'improvvisata "coperta" di canne e fango, si sono dapprima nascosti nell'acqua, sperando che gli stretti canali celassero la loro ritirata verso il territorio occupato dai russi. I radar ucraini li hanno invece ovviamente scovati, e un drone kamikaze ha fatto il resto, abbattendosi sulla barca. Un video pubblicato dalla 40esimo Corpo della Marina ucraina mostra l'inseguimento e il bombardamento dell'imbarcazione russa.

Le perdite russe e la controffensiva ucraina

 Il 15 ottobre le truppe russe avevano tentato di sbarcare truppe per dare il cambio alle forze di stanza sulle isole Krugly, Maly, Belogrudy e Alekseevsky, nonché per organizzare supporto logistico e stabilire nuovi avamposti. Il tentativo è però fallito. Il comandante della Marina ucraina, Dmitry Pletenchuk, ha dichiarato al The Telegraph che i russi cercano costantemente di prendere il controllo delle isole, "nonostante registrino pesanti perdite". Le isole, come ogni altro territorio dell'Ucraina, "sono importanti. I russi che si stabiliranno sulle isole non dureranno a lungo", ha aggiunto.

Le "isole della morte" sul fiume Dnepr

 Il massiccio impiego di droni, il costante fuoco di artiglieria e le incursioni notturne hanno trasformato la zona alluvionale del Dnepr in uno dei campi di battaglia più pericolosi, dove l'avanzamento si misura in metri e la sopravvivenza spesso dipende dalla furtività e dalla tempistica. Secondo l'intelligence ucraina, almeno 5.100 soldati russi sono morti nel delta del fiume da inizio anno. Si segnalano anche casi di morti per fame a causa della scarsità di cibo. "I prigionieri catturati di recente dai nostri soldati sulle isole ci hanno detto che era impossibile procurare loro cibo e acqua potabile e che erano costretti a bere dal fiume", ha detto il colonnello Alexander Zavtonov del 30esimo Corpo della Marina ucraina. "L'offensiva russa viene condotta in piccoli gruppi, cercando di nascondere la propria presenza: una tattica non utilizzata all'inizio della guerra", ha invece sottolineato Oksana Kuzan, capo del Dipartimento analitico del Centro ucraino per la Sicurezza e la Cooperazione. Aoltre ai rifornimenti alimentari, le unità russe rimaste bloccate sulle isole del delta del Dnepr stanno riscontrando seri problemi anche di munizioni e rotazione.

La situazione nel delta del fiume Dnepr

 L'obiettivo di Mosca era (e resta) quello di utilizzare le isole sul Dnepr per missioni di ricognizione o per allestire postazione di osservazione avanzati. Il controllo del delta consentirebbe ai contingenti di monitorare gli attraversamenti del fiume, il traffico delle imbarcazioni e le potenziali rotte di rifornimento nemiche. Tuttavia, le isole sono basse e immerse in un'ampia piana alluvionale, il che rende le forze russe visibili e facili da colpire dall'alto o dall'altra parte del fiume. "Si tratta di una vasta distesa d'acqua, sulle isole stesse non ci sono ripari sicuri e il terreno è perlopiù paludoso, quindi le unità che le attraversano sono molto vulnerabili", ha spiegato una fonte militare di Kiev. Nell'area, il Cremlino ha schierato diverse unità della 98esima Divisione aviotrasportata, trasferite da Kramatorsk, e della 61esima Brigata.

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