IL GOVERNO ITALIANO

Iran, riunione di Meloni con l'intelligence: "Impegno per i negoziati" | Tajani: "Nessun aereo partito da basi italiane, ci auguriamo la de-escalation" | Crosetto: "Cambia lo scenario"

Il governo italiano si riunisce dopo i raid statunitensi contro i siti nucleari iraniani. Il ministro degli Esteri: "Non è giunta alcuna richiesta da parte degli Usa" prima dell'attacco

22 Giu 2025 - 13:30

L'attacco degli Usa ai siti nucleari dell'Iran è stato al centro di un vertice convocato dal premier Giorgia Meloni con i ministri interessati, il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell'intelligence. L'Italia, riferisce una nota di Palazzo Chigi, continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti. Nell'incontro è stata analizzata la situazione dei siti iraniani a seguito degli attacchi: una valutazione precisa dei danni potrà essere fatta solo con il passare delle ore. La crisi è al centro dell'attenzione dell'esecutivo con tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione agli effetti economici e di sicurezza. 

Meloni parla con Merz e Starmer

 Il presidente del Consiglio ha inoltre parlato col cancelliere tedesco Friedrich Merz e col premier britannico Keir Starmer. Il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha sottolineato come il raid americano abbia apportato "un danno enorme alla produzione dell'arma nucleare iraniana" e ha auspicato che ora Teheran si sieda al tavolo dei negoziati e si giunga alla de-escalation. Ma ha aggiunto che dal ministro degli Esteri iraniano non è arrivata alcuna risposta in merito e ha sottolineato: "L'Italia ha fatto e continua a fare la sua parte per scongiurare un'esclatin irreversibile". Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, l'attacco statunitense "cambia completamente lo scenario in Medioriente" e "si apre una crisi molto più grande".

Tajani: da Sharm un volo per gli italiani in Israele

 "In questo momento ci occupiamo seriamente della sicurezza degli italiani nella regione - ha detto ancora Tajani -. Si sta facendo tutto il possibile per far partire i connazionali che lo vogliono al più presto: oggi da Sharm el Sheikh partirà un volo con gli italiani che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv". Nei prossimi giorni, a partire da Teheran, sono previste altre partenze. "Il nostro obiettivo - riprende il ministro - è portare fuori dalle aree a rischio tutti coloro che ce lo richiedono. Ci sono 50mila italiani in Medioriente, di cui 2.500  militari". 

Lunedì "ci saranno una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles e un incontro con il responsabile dell'Aiea, che sentirò anche per capire le conseguenze che possono esserci da punto di vista della sicurezza", ha dichiarato ancora Tajani.

Tajani: "Ci occupiamo della sicurezza degli italiani nella regione"

 "In questo momento ci occupiamo seriamente della sicurezza degli italiani nella regione", ha proseguito il ministro degli Esteri. "Si sta facendo tutto il possibile per far partire i connazionali che lo vogliono il prima possibile: da Sharm el Sheik parte un volo con i connazionali che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv".

"Nessun aereo partito dall'Italia, nessuna richiesta dagli Usa"

 Il titolare della Farnesina ha poi precisato che nessun aereo militare è partito dall'Italia per andare a colpire l'Iran. "Non c'è stata nessuna richiesta da parte degli Stati Uniti in tal senso".

"L'attacco americano all'Iran era nell'aria"

 Il raid statunitense contro l'Iran "era nell'aria e lo si percepiva da alcune richieste operative, come l'allontanamento dei nostri militari dalla base nei pressi dell'aeroporto di Baghdad", ha evidenziato Tajani. "Non avevamo conferme dirette, ma si capiva che qualcosa sarebbe successo". E ha ribadito: "Siamo molto preoccupati, la risposta militare rischia di innescare un'escalation pericolosissima. È il momento di far prevalere la diplomazia".

Crosetto: "Si apre una crisi molto più grande"

 Secondo Guido Crosetto, il bombardamento americano sui siti nucleari iraniani "cambia completamente lo scenario, si apre una crisi molto più grande" e anche "da parte dell'Iran" c'è da attendersi "una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani". Già da sabato la Difesa italiana stava monitorando la situazione "perché alcuni spostamenti di aerei americani ci avevano dato la ragionevole certezza che potesse scattare un attacco. Nella notte è poi avvenuto. Era chiaro che il sito nucleare di Fordow fosse il punto di interesse principale di Israele, perché centro del programma nucleare iraniano. Israele non aveva le capacità per colpire in modo significativo questo sito, sotto 90 metri di roccia. Per questo sono intervenuti nella notte bombardieri americani che hanno la capacità di penetrazione sottoterra più elevata al mondo".

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