IL GOVERNO ITALIANO e le opposizioni

Iran, Meloni sente Macron, Merz e leader arabi: "Soluzione sia politica" | Tajani: "Nessun aereo partito da basi italiane, ci auguriamo la de-escalation" | Crosetto: "Cambia lo scenario"

Il governo italiano si è riunito dopo i raid statunitensi contro i siti nucleari iraniani. Il ministro degli Esteri: "Non è giunta alcuna richiesta da parte degli Usa" prima dell'attacco

22 Giu 2025 - 21:11

L'attacco degli Usa ai siti nucleari dell'Iran è stato al centro di un vertice convocato dal premier Giorgia Meloni con i ministri interessati, il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell'intelligence. L'Italia, riferisce una nota di Palazzo Chigi, continuerà a impegnarsi per portare al tavolo negoziale le parti. Nell'incontro è stata analizzata la situazione dei siti iraniani a seguito degli attacchi: una valutazione precisa dei danni potrà essere fatta solo con il passare delle ore. La crisi è al centro dell'attenzione dell'esecutivo con tutti i suoi risvolti, dalla situazione dei connazionali nella regione agli effetti economici e di sicurezza. Al termine del vertice, il presidente del Consiglio ha sentito alcuni partner internazionali e leader della Penisola arabica con i quali è stata condivisa la necessità di lavorare per la ripresa dei colloqui e giungere a una soluzione politica del conflitto. Infine ha parlato con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per aggiornarlo sulla situazione. 

Meloni in contatto con partner internazionali: soluzione alla crisi sia politica

 Al termine della riunione il premier ha inoltre parlato con il presidente di turno del G7, il primo ministro canadese Mark Carney, con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, con il presidente francese Emmanuel Macron e con il primo ministro britannico Keir Starmer. Giorgia Meloni ha tenuto nel corso della giornata "numerosi contatti con alcuni partner internazionali e con i principali attori della regione", ha riportato in una nota di Palazzo Chigi. In ambito regionale, il capo del governo si è sentita con il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammad bin Salman Al Saud, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan e l'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani. Con tutti gli interlocutori "è stata condivisa e data massima rilevanza alla necessità di lavorare per una rapida ripresa dei negoziati tra le parti, al fine di evitare un ulteriore allargamento del conflitto e di giungere a una soluzione politica della crisi".

Il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha sottolineato come il raid americano abbia apportato "un danno enorme alla produzione dell'arma nucleare iraniana" e ha auspicato che ora Teheran si sieda al tavolo dei negoziati e si giunga alla de-escalation. Ma ha aggiunto che dal ministro degli Esteri iraniano non è arrivata alcuna risposta in merito e ha sottolineato: "L'Italia ha fatto e continua a fare la sua parte per scongiurare un'esclation irreversibile". Per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, l'attacco statunitense "cambia completamente lo scenario in Medioriente" e "si apre una crisi molto più grande".

Tajani: "Da Sharm un volo per gli italiani in Israele"

 "In questo momento ci occupiamo seriamente della sicurezza degli italiani nella regione - ha detto Tajani -. Si sta facendo tutto il possibile per far partire i connazionali che lo vogliono al più presto". Domenica è prevista la partenza di un volo da Sharm el Sheikh con gli italiani che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv, nei prossimi giorni, a partire da Teheran, sono previste altre partenze. "Il nostro obiettivo - riprende il ministro - è portare fuori dalle aree a rischio tutti coloro che ce lo richiedono. Ci sono 50mila italiani in Medioriente, di cui 2.500 militari". Lunedì "ci saranno una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles e un incontro con il responsabile dell'Aiea, che sentirò anche per capire le conseguenze che possono esserci da punto di vista della sicurezza", ha dichiarato ancora Tajani.

"L'attacco americano all'Iran era nell'aria"

 Il raid statunitense contro l'Iran "era nell'aria e lo si percepiva da alcune richieste operative, come l'allontanamento dei nostri militari dalla base nei pressi dell'aeroporto di Baghdad", ha evidenziato Tajani. "Non avevamo conferme dirette, ma si capiva che qualcosa sarebbe successo". E ha ribadito: "Siamo molto preoccupati, la risposta militare rischia di innescare un'escalation pericolosissima. È il momento di far prevalere la diplomazia".

"Da Trump segnale di forza per costringere Teheran a trattare"

 Intervistato dal Tg5, Tajani ha spiegato che il presidente Trump "ha voluto dare un segnale di forza". "Ha voluto dire all'Iran: 'sediamoci al tavolo, però vi costringo io a sedervi al tavolo perché non potete continuare a produrre la bomba atomica'. Questo è il messaggio di forza che ha voluto dare. Però ha anche detto: 'al tavolo ci siete voi e noi', cioè Stati Uniti e Iran", ha spiegato Tajani. "La trattativa era già tra Stati Uniti e Iran, gli americani non vogliono una trattativa con intermediari, cioè non vogliono una trattativa parandosi attraverso l'Oman come è capitato negli ultimi mesi con le riunioni fatte anche a Roma".

"Chiudere lo stretto di Hormuz sarebbe autolesionismo"

 "Sarebbe un atto di autolesionismo per l'Iran chiudere lo stretto di Hormuz e poi provocherebbe una serie di reazioni compresa quella della Cina", ha aggiunto Tajani. La decisione di Teheran potrebbe "provocare reazioni in tutto il Medio Oriente e far rimanere l'Iran isolato e senza più interlocutori, comporterebbe un danno maggiore per l'Iran che per il resto del mondo".

Crosetto: "Si apre una crisi molto più grande"

 Secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto, il bombardamento americano sui siti nucleari iraniani "cambia completamente lo scenario, si apre una crisi molto più grande" e anche "da parte dell'Iran" c'è da attendersi "una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani". Già da sabato la Difesa italiana stava monitorando la situazione "perché alcuni spostamenti di aerei americani ci avevano dato la ragionevole certezza che potesse scattare un attacco. Nella notte è poi avvenuto. Era chiaro che il sito nucleare di Fordow fosse il punto di interesse principale di Israele, perché centro del programma nucleare iraniano. Israele non aveva le capacità per colpire in modo significativo questo sito, sotto 90 metri di roccia. Per questo sono intervenuti nella notte bombardieri americani che hanno la capacità di penetrazione sottoterra più elevata al mondo".

"Arma nucleare all'Iran sarebbe un punto di non ritorno"

 In una nota, il ministro ha precisato che "pur non essendo coinvolta nell'azione militare, l'Italia condivide la necessità di impedire all'Iran di acquisire un'arma nucleare. Un simile sviluppo rappresenterebbe un punto di non ritorno, destabilizzando l'intero Medio Oriente e aggravando il quadro della sicurezza globale. La non proliferazione nucleare resta un pilastro essenziale dell'ordine internazionale. Qualsiasi tentativo di comprometterne i principi deve essere affrontato con lucidità, fermezza e coerenza, nel pieno rispetto del diritto internazionale".

"Forte preoccupazione per l'evoluzione della crisi"

 "Si apre una crisi molto più ampia, la cui evoluzione desta forte preoccupazione. Siamo consapevoli - evidenzia Crosetto - che le prossime 48-72 ore costituiscono una fase particolarmente delicata, nella quale non si possono escludere azioni ritorsive da parte dell'Iran, anche sotto forma di attacchi asimmetrici o di blocchi strategici, come la possibile interruzione della navigazione nello Stretto di Hormuz". "Ho ordinato l'innalzamento del livello di allerta operativa presso tutte le basi e i dispositivi avanzati italiani, in coordinamento con le autorità locali e con i nostri partner internazionali. I protocolli di protezione del personale e di continuità operativa sono attivi, aggiornati e pronti ad affrontare ogni possibile scenario. La sicurezza del personale militare italiano è e resta la mia assoluta priorità". 

Schlein: "Italia non partecipi ad azioni militari"

 Il governo italiano dica con chiarezza che non parteciperà ad azioni militari né consentirà che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno a una guerra che la comunità internazionale deve provare a fermare prima che sia troppo tardi, e si impegni per la de-escalation e per far tornare tutti gli attori coinvolti al tavolo negoziale, anche per difendere il Trattato di non proliferazione nucleare. L'Italia ripudia la guerra e vuole la pace." Così la segretaria del Pd Elly Schlein. "Trump diceva che avrebbe portato la pace e messo fine ai conflitti, e invece lancia le bombe in Iran e infiamma il mondo".

Conte: "Grave attacco di Trump in Iran, fermatevi"

 L'attacco in Iran di Trump, a fianco del criminale Netanyahu, è un atto grave e pericoloso che può avere conseguenze catastrofiche portandoci verso un conflitto dagli esiti incalcolabili, generando tensioni e insicurezze in tutto il mondo. Trump non dà seguito ai suoi iniziali propositi di comporre crisi e conflitti per via negoziale e adotta la dottrina Netanyahu: "'La pace attraverso la forza'". Così su Fb il leader del M5s Giuseppe Conte. "Questo significa licenza di calpestare il diritto internazionale e rischia di produrre sempre maggiore instabilità: se abbandoniamo la via negoziale e degli sforzi diplomatici per gestire gli scenari critici, anche le peggiori autocrazie, per garantirsi sopravvivenza, si danneranno per riempire i propri arsenali, soprattutto di testate atomiche, per affermare la propria forza. Stanno riportando indietro le lancette della storia, stiamo ritornando alla legge del più forte". Conte ha poi lanciato un appello al premier chiedendo di "non dare la disponibilità delle nostre basi in questa escalation".

Renzi: "Attacco Usa altro tassello di nuovo disordine globale"

 "Diffidate di chi in queste ore vi riempira' di frasi fatte, commenti banali, slogan insulsi. Gli attacchi americani ai siti nucleari iraniani sono un altro tassello di questo nuovo disordine globale che soprattutto dal 2022 sta riguardando tutte le grandi potenze mondiali, anche quelle come la Cina che sembrano meno in prima linea in questa fase: si sta costruendo il nuovo mondo post Yalta, multipolare e inedito". Lo scrive sui social il leader di Italia viva, Matteo Renzi. "Certo, nelle prossime ore capiremo che tipo di reazione scegliera' l'Iran e anche da cio' forse intuiremo chi sta davvero governando a Teheran in queste ore. Credo che nessuno abbia le idee chiare sul punto, nessuno. Ma piu' in generale si stanno rimescolando da mesi le carte e non sara' una cosa breve", sottolinea.

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