Il New York Times: "Finora ha incassato 152 miliardi di dollari, il rischio è che a pagare il conto siano i consumatori Usa"
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Con la sua politica dei dazi Donald Trump ha incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il doppio degli incassi dello stesso periodo nel 2024 (78 miliardi). È quanto scrive il New York Times citando i dati comunicati dal Tesoro. Gli analisti prevedono che in un decennio gli Usa potrebbero contare su risorse aggiuntive per oltre 2mila miliardi. Molti media americani avvertono però: il rischio è che a pagare siano i contribuenti americani. Si stimano infatti aumenti di prezzi dell'1,8% a breve, con una perdita di reddito di 2.400 dollari a famiglia. Intanto, il presidente Usa sostiene che il gettito generato dai dazi servirà per ridurre il debito pubblico ma ha ipotizzato anche "un dividendo" per i meno abbienti.
Donald Trump ha detto che le "centinaia di miliardi di dollari" generati dai dazi serviranno a ridurre il debito pubblico ma ha ipotizzato anche una "distribuzione o un dividendo per i cittadini del nostro Paese, direi per le persone a medio e basso reddito". Quanto alla riduzione del debito, ha osservato che "avremmo dovuto farlo molti anni fa, e io l'ho fatto durante il mio primo mandato con la Cina. Non siamo riusciti a fare il resto a causa del Covid. E non si poteva davvero andare in Francia, Spagna e Italia e dire: 'sapete, iniziamo a parlare di dazi'. Ma la Cina ci avrebbe fatto guadagnare centinaia di miliardi di dollari in dazi. Di nuovo, è che Biden ha rovinato tutto".
Il governo del Canada è "deluso" dal rincaro dei dazi statunitensi ma rimane "ottimista" sui negoziati commerciali. Lo ha detto il ministro del Commercio, Dominic LeBlanc, all'emittente statunitense "Cbs". Rispondendo a una domanda sul perché il Canada non ha imposto contro-dazi agli Usa, LeBlanc ha parlato delle tariffe sull'industria canadese dell'acciaio e ha detto che questa è "bloccata" da esportare negli Usa. "Stiamo cercando e proponendo delle idee su come collaborare con gli Usa. Allo stesso tempo, stiamo assicurando che la nostra economia mantenga i settori vitali per il futuro del Canada, ma questo non è in contraddizione con gli obiettivi di sicurezza nazionale del presidente Trump", ha detto LeBlanc. Il 31 luglio Trump ha firmato un ordine esecutivo per incrementare dal 25 al 35% i dazi che la sua amministrazione imporrà ai prodotti canadesi.
I nuovi dazi doganali di Donald Trump sono "quasi definitivi" e non dovrebbero essere oggetto di negoziati nell'immediato: lo ha detto il rappresentante statunitense per il Commercio, che ha anche difeso le tariffe al 50% adottate dal presidente contro il Brasile. "Questi dazi sono praticamente definitivi", ha affermato Jamieson Greer durante un'intervista alla Cbs. Interrogato sull'eventualità di negoziati per ridurre queste sovrattasse doganali, Greer ha risposto che probabilmente non ci saranno "nei prossimi giorni". "Possiamo chiaramente vedere i contorni del progetto commerciale del presidente attraverso queste tariffe", ha commentato. Quanto ai dazi punitivi al Brasile, ha spiegato, il presidente ha riscontrato in quel Paese, "come in altri, un uso distorto della legge, un cattivo uso della democrazia". "È legittimo usare questi strumenti (tariffari, ndr) per questioni geopolitiche", ha aggiunto. Trump ha giustificato gli elevati dazi al Brasile con il processo, a suo avviso infondato, all'ex presidente Bolsonaro, accusato di golpe.
"Sui dazi non sono così pessimista come tanti altri. Ad esempio i prodotti calabresi sono di grandissima qualità e negli Usa sono disposti a pagare l'amaro del Capo 2-3 dollari in più perché l'amaro del Capo ha il record di qualità del mondo. Di questa qualità italiana noi dobbiamo farne tesoro perché ci permetterà di avere ripercussioni meno negative sulle esportazioni". Così il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiudendo gli Stati generali del Mezzogiorno in corso a Reggio Calabria. "Quindi, certo che i dazi non fanno bene - ha ribadito - ma non siamo troppo pessimisti, perché se noi li abbiamo al 15% e l'India al 25% e un altro Paese al 50%, sul mercato Usa noi saremo avvantaggiati perché abbiamo dazi alti ma meno alti di altri Paesi e quindi, vista la grande qualità italiana, i nostri prodotti si potranno inserire in quel mercato e occupare spazi di altri".
Con i dazi introdotti da aprile, prima ancora che entrino in vigore dal 7 agosto quelli nuovi, Donald Trump ha incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il doppio dei 78 miliardi di dollari entrati nelle casse federali nello stesso periodo dell'anno fiscale precedente. Solo a luglio le tariffe hanno fruttato quasi 30 miliardi di dollari. Lo scrive il New York Times, citando i dati del Tesoro. Gli analisti prevedono che nel tempo i nuovi dazi Usa di agosto, con livelli mai visti da quasi 100 anni, potrebbero generare entrate aggiuntive per oltre 2mila miliardi di dollari nel prossimo decennio.