dopo il caso Raoul Bova e Rocio Munoz Morales

Separazione sotto i riflettori: come proteggere i figli quando tutto finisce tra clamore e accuse

I bambini non devono mai diventare strumenti di rivalsa né spettatori di una guerra tra adulti. In situazioni di forte esposizione pubblica, il primo rischio è quello di trasmettere ai figli un senso di insicurezza, di smarrimento e di colpa

28 Lug 2025 - 07:00
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La fine di una relazione può essere devastante. Quando poi si consuma sotto i riflettori, con messaggi intimi diffusi pubblicamente e accuse incrociate, le ferite rischiano di estendersi ben oltre la coppia. Lo dimostra il caso tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales: mentre sui social e nelle cronache rimbalzano chat e registrazioni, la modella e attrice spagnola ha detto, tramite il suo legale, che ora la sua priorità è "proteggere le figlie". Ma come si protegge davvero un figlio da una separazione mediatica e non consensuale?

I figli al centro: perché proteggerli è una priorità

 I bambini non devono mai diventare strumenti di rivalsa né spettatori di una guerra tra adulti. In situazioni di forte esposizione pubblica, il primo rischio è quello di trasmettere ai figli un senso di insicurezza, di smarrimento e di colpa. La American Psychological Association sottolinea che i figli esposti a conflitti genitoriali intensi possono manifestare difficoltà emotive e comportamentali, e che il modo in cui i genitori gestiscono la separazione è decisivo per la salute psicologica dei minori. Gli studi di diversi psicologi, poi, confermano che un ambiente familiare stabile e la capacità dei genitori di mantenere una comunicazione rispettosa sono fattori chiave per ridurre l’impatto negativo della separazione sui figli, indipendentemente dalla fine della relazione tra gli adulti.

Tradimenti e clamore mediatico: come evitare che i figli restino schiacciati

 La presenza di tradimenti o scandali pubblici complica ulteriormente la situazione. Il rischio, infatti, è che i genitori non riescano a elaborare i propri conflitti e, anche involontariamente, li riversino sui figli che, soprattutto se piccoli, non sono in grado di gestire e affrontare situazioni ed emozioni complesse. Il risultato? I bambini esposti a conflitti genitoriali dovuti a una separazione comlessa possono manifestare sintomi di ansia, depressione e difficoltà comportamentali. 

Piano genitoriale e riforma Cartabia: che cosa è cambiato

 Dal marzo 2023, la legge italiana ha introdotto importanti novità con la riforma Cartabia nel diritto di famiglia. Tra le innovazioni più rilevanti c’è l’obbligo del piano genitoriale: un documento dettagliato che specifica come i genitori intendono gestire l’educazione, la cura e l’organizzazione della vita quotidiana dei figli dopo la separazione. Questo piano mira a tutelare i minori garantendo continuità e stabilità, anche, e soprattutto, quando la relazione tra i genitori è conflittuale.

Doppio domicilio e bigenitorialità: le regole per una presenza equa

 La riforma ha introdotto anche il concetto di doppio domicilio del minore, per rafforzare il principio di bigenitorialità e garantire la presenza di entrambi i genitori nella vita del bambino. Il minore può avere due domicili, uno presso ciascun genitore, facilitando una presenza equilibrata di entrambi nella sua vita. Un aspetto importante per evitare che un genitore venga marginalizzato e per consentire ai figli di mantenere un legame continuo con entrambi, anche in caso di separazioni complicate o poco consensuali.

Il consiglio degli esperti: contenere il conflitto per proteggere i figli

Gli esperti concordano sul fatto che il conflitto genitoriale deve essere contenuto e gestito fuori dalla presenza dei figli. Come sottolinea lo psicologo clinico statunitense Joshua Coleman, autore di "Rules of Estrangement", non è la separazione in sé a determinare gli esiti negativi nei figli, ma piuttosto il modo in cui i genitori comunicano, gestiscono i dissidi e rispettano il benessere emotivo dei minori. Secondo l'esperto, dunque, un ambiente di conflitto ostile e la mancanza di riconoscimento dei sentimenti altrui possono portare i figli a tagliare i rapporti con i genitori come forma di autodifesa psicologica.

Proteggere i figli da una separazione non consensuale e mediatica significa innanzitutto sottrarli al conflitto aperto, evitando di coinvolgerli nelle dinamiche di rancore e scandalo. La vera sfida, dunque, resta la volontà dei genitori di anteporre il benessere dei figli a ogni altra cosa.

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