Una fase in cui spesso l'individuo si confronta con la consapevolezza del tempo che passa, mette in discussione scelte fatte, ruoli familiari e professionali, e può sentire un senso di vuoto o insoddisfazione latente
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Raoul Bova lo aveva già fatto al cinema: era il 2008 quando interpretava in "Scusa ma ti chiamo amore" un pubblicitario quarantenne che si innamora di una diciassettenne. Una storia romanzata, certo, ma che invita a riflettere. L'attore, dopo una lunga relazione con Rocío Muñoz Morales (più giovane di lui di 17 anni e conosciuta sul set nel 2012), è finito al centro del gossip per alcuni messaggi scambiati con una modella di 23 anni. Un copione che sembra scritto in serie: uomo maturo, compagna giovane, cambiamento improvviso. Ma cosa c'è dietro questa dinamica che i media semplificano come "crisi di mezza età"?
Coniata dallo psicoanalista Elliott Jaques nel 1965, la crisi di mezza età è definita come un periodo di transizione che si verifica tra i 35 e i 55 anni. Non tutti la attraversano, ma secondo alcune ricerche circa il 26% delle persone dichiara di averla vissuta. In questa fase l'individuo si confronta con la consapevolezza del tempo che passa, mette in discussione scelte fatte, ruoli familiari e professionali, e può sentire un senso di vuoto o insoddisfazione latente.
Nel caso degli uomini, la crisi di mezza età può manifestarsi anche con un marcato bisogno di conferme: virilità, desiderabilità, rilevanza sociale. Il legame con una partner molto più giovane può diventare, simbolicamente, un modo per sentirsi ancora "vivi" e più "giovani". Si tratta di una dinamica complessa: in parte fisiologica, perché entrano in gioco anche l'andropausa e la riduzione di testosterone, e in parte culturale perché l'uomo, soprattutto quello di successo, circondato da donne giovani resta un modello ancora fortemente radicato.
Secondo alcuni studi, poi, la crisi di mezza età è spesso una reazione a una perdita di senso. Cambiare partner, lavoro, aspetto fisico o luogo in cui vivere diventa una strategia per ristabilire un equilibrio identitario. Ma non sempre funziona.
Cambiamenti improvvisi nel look. Decisioni impulsive (come comprare una moto o, addirittura, cambiare o lasciare il lavoro, tendenza all'irritabilità o al ritiro sociale, calo della libido: sono solo alcuni dei sintomi comuni segnalati dagli psicologi. Spesso, più che una crisi appariscente, si tratta di una "disgregazione" silenziosa, che si consuma nell'insoddisfazione e nella paura del tempo che passa.
Non esiste una soluzione unica, ma gli esperti concordano su alcuni strumenti utili per affrontare questo passaggio in modo costruttivo. Il primo è la consapevolezza: bisogna capire che la mezza etàè una fase naturale, non di un fallimento. Fondamentale, poi è l'importanza della cura di sé (dieta, movimento, sonno, gestione dello stress) e della rete sociale: amici, colleghi, professionisti della salute mentale. Chiedere aiuto agli esperti, infatti, è un valido aiuto per migliorare la capacità di far fronte ai cambiamenti.
La crisi di mezza età, dunque, deve essere considerata una forma di crisi o c'è la possibilità di viverla come rinascita? Il caso di Raoul Bova può invitare a riflettere. Perché questa fase della vita può essere un'occasione per ridefinire le proprie priorità, riconnettersi con desideri veri, e scegliere, finalmente, una direzione che non sia solo una reazione al tempo che passa. Perché a cinquant'anni non si è finiti. Si cambia, se serve. Ma con lucidità.