Coniato per la prima volta nel 1991, il termine indica "chi indossa abiti o accessori della casa di moda Armani o si richiama alle sue linee e al suo stile". E come, se non bastasse, entra nei dizionari anche "armanizzare"
Giorgio Armani Privé, collezione primavera estate 2025 - Lo stilista con le modelle (credit: SGP) © Ufficio stampa
Nel cinema succede spesso ai più grandi. Diventare un aggettivo è forse il più grosso riconoscimento dello stile unico di un autore. Tutti abbiamo ben chiaro a che immaginario ci si riferisce quando si parla di qualcosa di "felliniano" o "kubrickiano". Uno degli ultimi ad avere avuto questo onore tra i registi è stato in ordine di tempo Quentin Tarantino, che forse non sarebbe stato così grande e "tarantiniano" senza quei completi elegantissimi e iconici indossati nel suo Pulp Fiction. A confezionarli era stato Giorgio Armani, che grazie a un'altra pellicola come American Gigolò si fece d'altra parte idolatrare anche dalle parti di Hollywood. Ora, dopo la sua morte, lo stilista per eccellenza viene insignito di quello stesso attestato di stima offerto ai giganti della settima arte e diventa anch'egli un aggettivo: da oggi "armaniano" diventa un neologismo riconosciuto persino dalla Treccani. Perché in fondo anche il suo viaggio unico nella moda è stato proprio "un bel film".
Il termine "armaniano" è apparso per la prima volta su Repubblica nell'ormai lontano 1991 e già allora serviva nelle intenzioni a indicare "chi indossa abiti o accessori della casa di moda Armani o si richiama alle sue linee e al suo stile". Un modo per certificare in maniera indiretta quanto il marchio avesse a quel punto già travalicato il mondo delle passerelle, finendo per identificare una vera e propria comunità, una tribù unita dai codici di uno stile unico per eleganza e raffinatezza, a qualunque latitudine. Non male come soddisfazione per un uomo che aveva sempre amato le parole e fu tra i primi a giocarci, dando lustro per esempio al neologismo "stilista", che preferirà sempre al più esterofilo appellativo di "cotourier".
Come se non bastasse poi, parallelamente all'aggettivo, negli anni Novanta appare sulle prime pagine pure "armanizzare". L'icona della moda italiana si era insomma "fatta verbo", come certifica ora ufficialmente sempre la Treccani: "armonizzare con il gusto dello stilista italiano Giorgio Armani" è la definizione di un atto coniugabile non solo al passato prossimo o al presente ma soprattutto al futuro. O addirittura all'infinito. D'altra parte sull'eredità in termini di stile di Re Giorgio non tramonterà mai il sole.