SUPERATA LA SOGLIA DEL 50%

Mps conquista Mediobanca, l'Opas chiude al 62,3%

L'istituto di Piazzetta Cuccia diventerà a tutti gli effetti una controllata del Monte dei Paschi di Siena. L'amministratore delegato Alberto Nagel verso le dimissioni

09 Set 2025 - 13:09
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Mps travolge le linee di difesa di Mediobanca e conquista con ampio margine la maggioranza assoluta di Piazzetta Cuccia. Dal prossimo 15 settembre, data di pagamento del corrispettivo dell'opas, l'istituto guidato da Alberto Nagel diventerà a tutti gli effetti una controllata del Monte, catapultato nella plancia di comando delle Generali. Durante il periodo di adesione, sono state consegnate 506,6 milioni di azioni, pari al 62,29% del capitale, di cui il 16,5% oggi, ultima giornata utile per apportare titoli.

Il processo d'integrazione

 A questo punto appare scontato che Siena, tra il 16 e il 22 settembre, quando verranno riaperti i termini per aderire, scavallerà anche la soglia del 66,7% che permetterà all'ad di Mps, Luigi Lovaglio, di delistare Mediobanca attraverso una fusione, rendendo così più agevole un processo di integrazione che potrà dispiegare appieno i 700 milioni di euro di sinergie e i 2,9 miliardi di euro di crediti fiscali promessi. "Il mercato ha dato un chiaro sostegno al nostro progetto apprezzando la forte logica industriale e la creazione di valore per gli azionisti e tutti gli stakeholder, oltre che per il sistema Paese", ha commentato il banchiere, parlando di "un progetto di crescita" che si fonda "sull'unione di due eccellenze italiane", da cui emergerà "una nuova forza competitiva altamente diversificata e resiliente, tra i leader nel settore bancario", e lanciando un chiaro segnale ai dipendenti di Mediobanca, definiti, assieme a quelli di Mps "il vero patrimonio" dei due istituti.

Le mire di Mediobanca su Banca Generali e il tramonto del sogno di Nagel

 Alla consegna delle azioni avevano fatto da apripista Delfin e Caltagirone, soci forti a Siena e Milano, tra i primi ad aderire con il loro 30%. Il ritocco cash di 0,9 euro, deciso a inizio settembre, ha poi smosso quegli azionisti che, con la loro astensione, avevano bloccato l'offerta di Mediobanca su Banca Generali, attirandosi le accuse di conflitto di interesse e dipendenza dal governo da parte di Nagel. Un pacchetto del 12%, apportato dalle casse di previdenza, dai Benetton, da Amundi, Anima, Tages e anche da Unicredit.

Banche, gli azionariati di Mps e Mediobanca

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I fondi e gli investitori istituzionali convinti dal progetto di Lovaglio

 A loro si sono uniti i grandi fondi e investitori istituzionali, tradizionale puntello di Nagel, come Vanguard, Fidelity, Blackrock e Norges Bank e alcuni pattisti, come la famiglia Tortora e la famiglia Doris (che pure con il 'cappello' di Mediolanum aveva preferito liquidare la quota), evidentemente convinti dal progetto di Lovaglio, che al titolo di 'risanatore' può affiancare ora quello di 'conquistatore'. A questo punto la strada per Mediobanca appare segnata. Il consiglio del 18 settembre, in agenda per il bilancio, non potrà che prendere atto della vittoria di un progetto, quello di integrazione tra una banca commerciale e una banca di investimento specialistica, contro cui il management di Piazzetta Cuccia ha tentato fino all'ultimo di difendersi ma al quale il mercato, alla fine, ha dato credito.

Il cantiere della successione: Nagel verso le dimissioni

 L'ipotesi più probabile è che Nagel e il cda rassegnino le dimissioni con effetto dall'assemblea che, da tradizione, si svolge il 28 ottobre. Il cantiere della successione è in piena attività, con Mps al lavoro per stilare una lista di maggioranza. Fonti di Acea ribadiscono l'impegno di Fabrizio Palermo nella realizzazione del Piano del gruppo romano replicando alle indiscrezioni su un possibile incarico per il manager. Continuano a circolare i nomi di Marco Morelli (Bnp Am) per la carica di ceo e di Vittorio Grilli (Jp Morgan) e Luigi de Vecchi (Citi) per la presidenza ma i giochi sono aperti.

Gli effetti del cambiamento

 Gli effetti di un cambiamento epocale - la fine di una Mediobanca governata dai manager - si potrebbero presto far sentire anche sulle Generali. Il Monte, nel cui azionariato svetta il governo con l'11,7% del capitale, diventerà il custode del pacchetto del 13,1% del Leone con cui Piazzetta Cuccia ha regnato per decenni su Trieste. Azioni destinate a saldarsi con quelli di Delfin (10%) e Caltagirone (6,7%), che dopo alcuni anni di battaglie, escono vittoriosi, sotto la guida di Lovaglio, dal confronto con Piazzetta Cuccia.

Salvini: "Giornata storica per il mondo finanziario italiano"

 Il leader della Lega, Matteo Salvini, parla di "giornata storica per il mondo finanziario italiano" con Siena che torna "protagonista positiva e aggregante". Per il cda e il ceo del Leone, Philippe Donnet, nominati da Piazzetta Cuccia la scorsa primavera, si prospettano mesi impegnativi, con il progetto di fusione nell'asset management con Natixis - sgradito al governo, a Caltagirone e Delfin - che appare avviato su un binario morto. Nel frattempo De Agostini, storico alleato di Mediobanca, ha completato la cessione della sua quota, avviata nel 2021. Anche questo un segno dei tempi nuovi.

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