LA SCHEDA

Cos'è il Mercosur e cosa prevede l'accordo di libero scambio con l'Ue

Dopo 25 anni di negoziati, arriva la firma. Von der Leyen annuncia un'intesa storica, ma il percorso è ancora lungo. Anche l'Italia e altri Stati si oppongono. Ecco perché

di Maurizio Perriello
03 Set 2025 - 14:08
 © Ansa

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L'accordo tra Ue e Mercosur è una questione aperta da 25 anni, che adesso si prepara alla svolta tanto attesa. A dicembre 2024 Ursula von der Leyen, fresca di riconferma al timone della Commissione Ue, aveva firmato in Uruguay l'intesa di libero scambio con quello che è, in sostanza, il mercato comune dell'America Latina. All'epoca non tutti in Europa erano però contenti dell'accordo Ue-Mercosur, a partire dalla Francia. Tra i Paesi scettici figurava anche l'Italia. Il governo Meloni, tra gli altri, non erano d'accordo con il testo nella sua versione iniziale. Ora i 27 Stati Ue hanno trovato la quadra sull'intesa per la quale, in ogni caso, non era necessaria l'unanimità. Ma cosa prevede questo accordo così travagliato?

Dopo il G20 di Rio de Janeiro, l'accordo euro-sudamericano era apparso in via di definizione entro la fine del 2024. E più precisamente nella cornice del vertice di Montevideo del 5-6 dicembre, in cui dovrebbe essere raggiunta l'intesa sul Free Trade Agreement. I nodi principali delle trattative riguardano le condizioni di reciprocità negli scambi e l'eliminazione progressiva delle tariffe doganali sui beni agroalimentari e industriali.

Cos'è e cosa significa Mercosur

 Il termine Mercosur è una contrazione di "Mercado Común del Sur" e indica l'organizzazione sudamericana, istituita nel 1991 sulla scia del mercato unico europeo, che ha creato una zona di libero scambio tra Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay. E che è aperta anche ad altri Paesi associati. Esattamente come in Europa, il gruppo prevede una presidenza di turno, attualmente assegnata all'Argentina e al suo leader Javier Milei. A differenza del Mercato europeo comune, il Mercosur è tuttavia caratterizzato da una forte asimmetria tra le nazioni partecipanti. Il Brasile, ad esempio, detiene il 77% del prodotto economico totale dell'organizzazione, mentre l'Argentina il 20%, l'Uruguay il 2% e il Paraguay l'1%. Differenze abissali che si ripercuotono anche sulle dinamiche e sulla gestione del libero scambio, che dal 1995 non prevede dazi doganali tra i quattro Paesi sudamericani ma stabilisce invece una tariffa comune verso Stati terzi. Nel 2008 il Mercosur ha ampliato il suo raggio d'azione associandosi alla Comunità Andina, l'altra organizzazione sudamericana che comprende Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù.

Cosa prevede l'accordo tra Mercosur e Ue

 Le trattative fra Paesi del Mercosur e Stati europei vanno avanti da un quarto di secolo, essendo iniziate nel 1999. Nel 2019 le parti hanno chiuso i dettagli dell'accordo, senza però ratificarlo. Nel 2022 il dialogo è ripartito sulla scia dell'elezione del presidente brasiliano Lula. L'intesa riguarda l'abbattimento delle barriere commerciali e la liberalizzazione degli scambi su molti prodotti provenienti dall'America Latina: dalla carne bovina al pollame, dallo zucchero al miele, dal riso alla frutta tropicale. L'intesa ridefinisce ovviamente anche le regole sull'export europeo verso i Paesi sudamericani di prodotti industriali (automobili, macchinari, farmaci) e agroalimentari (vini, liquori, cioccolato e formaggi), oltre a beni di abbigliamento, scarpe di pelle e tessuti.

L'intesa su dazi doganali e prodotti

 Le tariffe su tutte queste merci verrebbero gradualmente azzerate, con un impatto diretto su circa 717 milioni di persone e su un volume di scambi tra i 40 e i 45 miliardi di euro. Stando ai calcoli di Bruxelles, in caso di ratifica il patto cancellerebbe il 92% delle tariffe doganali imposte dall'Ue per l'import dal Mercosur e il 91% di quelle relative all'export europeo verso i membri dell'organizzazione sudamericana. L'accordo prevede anche il riconoscimento di quasi 400 indicazioni geografiche protette per i prodotti e diverse altre misure volte a facilitare l'accesso reciproco delle aziende europee e sudamericane ai mercati degli appalti pubblici.

Quando entra in vigore l'accordo Ue-Mercosur

 Dopo la ratifica da parte della Commissione Ue, l'accordo è passato dal vaglio del Consiglio e del Parlamento europei. Ai governi non è richiesta l'unanimità, ma la maggioranza qualificata. Tradotto: nel 2025 occorrevano almeno quattro Paesi che rappresentino il 35% della popolazione totale dell'Unione europea. Inoltre l'inclusione di disposizioni non commerciali nell'accordo, che annullerebbero le giurisdizioni degli Stati membri dell'Ue, avrebbero richiesto un processo di ratifica ben più pesante. In quel caso si sarebbe resa necessaria l'autorizzazione unanime da parte dei 27, seguita dall'approvazione da parte del Parlamento europeo e di tutti i singoli Parlamenti nazionali. Uno scenario che avrebbe offerto alla Francia la possibilità di porre il veto all'accordo.

Chi era a favore e chi era contrario all'accordo Ue-Mercosur e perché

 Contro l'intesa si erano inizialmente schierati esplicitamente Francia, Austria a Polonia. Considerando i calcoli politici sopra descritti, la posizione dell'Italia si rivelò subito dirimente. Con il "no" anche da parte del governo Meloni, si sarebbero infatti verificate le condizioni per una minoranza di blocco che avrebbe impedito la formalizzazione dell'accordo. Anche l'Irlanda non era soddisfatta del patto, essendo il quinto esportatore mondiale di carne bovina. La Polonia, da parte sua, soffriva già della concorrenza dei prodotti ucraini sul mercato interno. Dall'altro lato, cioè a favore dell'intesa, si era da subito schierata la Germania, in piena crisi e desiderosa di rilanciare la propria macchina industriale e piazzare all'estero il proprio surplus commerciale. Dalla parte del "sì" al Mercosur si sono posizionate dal principio anche Spagna, Lettonia e Svezia.

Perché allevatori e agricoltori europei non vogliono l'accordo col Mercosur

 Ve le ricordate la marcia dei trattori e le proteste degli agricoltori scoppiate a inizio 2024 in Francia, Germania, Italia eccetera? Tra i motivi della rabbia c'era anche l'accordo Ue-Mercosur. Perché un massiccio afflusso di prodotti alimentari sudamericani potrebbe rappresentare un cataclisma per il mercato francese. Secondo il testo d'intesa, verrebbero tagliate le tariffe di importazione su un massimo di 45mila tonnellate di miele, 60mila tonnellate di riso e 180mila tonnellate di zucchero. Tuttavia, il principale pomo della discordia riguarda la quota di carne bovina, con 99mila tonnellate che saranno soggette a una tariffa fissa del 7,5%, mentre 60mila tonnellate di altre carni e 180mila tonnellate di pollame saranno esenti da dazi. Gli allevatori di bestiame l'hanno condannata come una forma di "concorrenza sleale", poiché le aziende agricole in Sud America sono più grandi, gli standard sanitari e ambientali sono meno rigidi e i costi di manodopera sono più bassi. I detrattori dell'accordo Ue-Mercosur chiamano propagandisticamente in causa anche la questione ambientale, sottolineando come la deforestazione negli Stati sudamericani aumenterebbe del 5% all'anno nei sei anni successivi alla ratifica del patto, proprio a causa del previsto aumento della produzione di carne bovina.

Oltre l'economia, il valore geopolitico dell'accordo Ue-Mercosur

 Al di là delle evidenti ricadute economiche, il patto offre un'occasione a Stati europei e sudamericani di alzare la posta in gioco con le maggiori potenze del pianeta. In un periodo storico in cui l'Ue si trova in balia di dazi trumpiani, controversie commerciali (tra auto elettriche e carburanti) tra Stati Uniti e Cina e tra Stati Uniti e Russia, l'intesa col Mercosur rappresenta un tentativo di districarsi e affrancarsi finalmente come "terzo blocco" con cui trattare le grandi questioni strategiche. Fermo restando che al momento l'Unione europea è, di fatto, una costruzione politico-economica sponsorizzata dagli Usa e senza soggettività geopolitica sui dossier strategici. Dal punto di vista latinoamericano il boccone è altrettanto ghiotto. L'America del Sud è da sempre una piattaforma logistica e commerciale per le potenze straniere, con la Cina che (con infrastrutture e investimenti) negli ultimi anni sta insidiando l'influenza e la presenza statunitense. In un momento di confusione, tensione e stanchezza (sia cinese sia americana) gli Stati sudamericani tentano di alzare la propria voce.

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