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Il presidente dell'Argentina Javier Milei: "Ritengo che lo Stato sia il nemico, un'associazione criminale"

"Il Papa è la persona più importante di tutta l'Argentina" racconta in esclusiva a "Quarta Repubblica", aggiungendo l'ammirazione per il coraggio di Giorgia Meloni

Il presidente dell'Argentina Javier Milei: "Ritengo che lo Stato sia il nemico, un'associazione criminale" - foto 1
Ufficio Stampa Mediaset

Il presidente dell'Argentina Javier Milei si definisce "filosoficamente un anarcocapitalista" e confessa un profondo disprezzo per lo Stato, considerato come "un nemico" e "un'associazione criminale".

Nell'intervista esclusiva rilasciata a "Quarta Repubblica" durante la puntata di lunedì 12 febbraio, il presidente non usa mezzi termini per descrivere il suo punto di vista, per poi affrontare con il conduttore Nicola Porro anche altri temi, dalle sue origini italiane al rapporto instaurato con il Papa.

Le origini italiane di Javier Milei

 "Innanzitutto per il 75% sono italiano, assolutamente italiano, perché i due genitori di mio padre erano italiani di fatto e, da parte di mia mamma, la madre era di origine italiana e il padre di origine jugoslave - Esordisce Milei nella trasmissione di Retequattro, raccontando anche di aver spesso sfruttato lo scalo di Roma per i suoi viaggi in Europa - Di conseguenza, ho il 75% di sangue italiano e sembra che attira abbastanza tutto sommato, perché ho una passione incredibile per l'Opera italiana, soprattutto la parte che si riferisce a Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini".

 

Lo Stato visto come nemico

 Quando Porro gli domanda i motivi per cui si senta così unico a essere liberale e libertario, Javier Milei risponde: "Innanzitutto perché sicuramente sono il primo liberale libertario a essere Presidente e non è un sentimento ma una realtà. Poi c'è un altro aspetto che ha a che fare con il fatto che io filosoficamente sono anarco capitalista e quindi sento un profondo disprezzo per lo Stato. Ritengo che lo Stato sia il nemico, penso che lo Stato sia un'associazione criminale".

 

E prosegue: "Di fatto lo Stato è un'associazione criminale in cui un insieme di politici si mettono d'accordo e decidono di utilizzare il monopolio per rubare le risorse del settore privato. Come diceva Oppenheimer, il metodo da usare nel mercato è l'investimento, il commercio; invece il metodo dello Stato è il rubare, perciò non è soltanto l'associazione criminale più grande del mondo, ma è il ladrone stazionario più grande del mondo. Perché che cosa succede? Il ladro volgare è aleatorio".

 

Il discorso di Milei continua attraverso una riflessione: "Io propongo al pubblico di pensare a quante volte le persone sono state derubate da un ladro negli ultimi anni: una volta, due volte, magari cinque volte. Ma ogni volta che vai a comprare qualcosa in un luogo, lo Stato ti sta rubando tramite le tasse. Perciò lo Stato ti ruba tutti i giorni.

 

 

Il comunismo come "malattia dell'anima"

 L'intervista a Milei passa dunque dalla sua definizione del comunismo: "Originariamente pensavo che fosse un problema mentale. Perché il socialismo puro è stato sconfitto dalla teoria economica. Ho pensato prima che fosse un problema di indole, di carattere mentale. Ma poi mi sono reso conto che era qualcosa di molto peggio, che era una malattia dell'anima. Quando il socialismo è stato applicato bene, hanno assassinato più di 6 milioni di esseri umani".

 

Il rapporto di Milei con il Papa

 Infine Milei, che si definisce cattolico ma vicino anche all'ebraismo, è intervenuto in merito al rapporto con b, incontrato di recente in Vaticano: "Una delle cose che ho capito in questi ultimi tempi, tra le altre cose, è che il Papa è la persona più importante di tutta l'Argentina, è il leader dei cattolici nel mondo. Rappresenta un'istituzione molto importante, soprattutto in un Paese come l'Argentina, che ha tante radici cattoliche. Di conseguenza ho dovuto riconsiderare alcune posizioni e, a partire da quel momento, abbiamo iniziato a costruire un legame positivo".

 

L'ammirazione per Giorgia Meloni

 "Trovo ammirevole il coraggio di Giorgia Meloni - ha aggiunto il presidente dell'Argentina Javier Milei, parlando dell'incontro con il presidente del consiglio - La cosa importante è che le riforme vadano verso l'obiettivo più giusto". E conclude: "Mi ha ispirato il lavoro di Meloni, per me è stato un contributo meraviglioso quello che ha fatto e sta facendo. Sto facendo la stessa cosa in Argentina, lottare contro lo status quo".

  

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