I DATI DEL 2024

Anac: "Troppi appalti diretti, il 98% per servizi e forniture"

Per il presidente Giuseppe Busia, "preoccupa soprattutto il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135mila e i 140mila euro"

20 Mag 2025 - 12:11
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Nel 2024 sono stati registrati "troppi" appalti diretti, il 98% dei quali nelle acquisizioni di servizi e forniture. Lo ha reso noto il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, nella Relazione annuale al Parlamento dell'attività svolta l'anno scorso dall'Autorità Anticorruzione. "Preoccupa soprattutto il crescente addensamento degli affidamenti non concorrenziali tra i 135mila e i 140mila euro, a ridosso della soglia", ha aggiunto. Un numero più che triplicato rispetto al 2021, "quando il valore-limite era di 75mila euro".

Nel 2024 appalti per 271,8 miliardi di euro, boom dei farmaci

 Nel 2024 il valore economico complessivo degli appalti pubblici in Italia è stato di 271,8 miliardi di euro, per un totale di 267mila procedure di gara. Si è trattato di una flessione del -4,1% sul 2023 e del -7,3% sul 2022. Le tipologie di forniture maggiormente acquistate nel 2024 sono quelle di prodotti farmaceutici, che aumentano rispetto al precedente anno del 37,2%, per un valore di più di 40 miliardi di euro rispetto all'anno precedente.

Anac: "Pressioni indebite sugli amministratori onesti"

 Busia ha poi evidenziato i numerosi casi di "frazionamenti artificiosi degli appalti, finalizzati a mantenere gli importi al di sotto delle soglie di legge. E, spesso, anche a eludere l'obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti". Per il presidente dell'Anac, specie in alcuni contesti, "gli amministratori onesti si trovano più esposti a pressioni indebite, non potendo più opporre l'esigenza di dover almeno aprire un qualche confronto competitivo con altri operatori economici, al di sotto dei 140mila euro".

"Troppi conflitti d'interesse minano la credibilità dello Stato"

 "Continuano a presentarsi troppi casi di conflitti di interesse, piccoli e grandi, ma tutti capaci di minare la credibilità delle istituzioni", ha proseguito il numero uno dell'Autorità Anticorruzione. "A fronte della nostra sollecita evidenziazione dei vuoti di tutela che avrebbe lasciato l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, si era risposto che si sarebbe provveduto a compensare l'eliminazione della sanzione penale con un rafforzamento delle tutele amministrative. Purtroppo non solo tale compensazione non c'è stata, ma dopo la riduzione di tutele sul conflitto di interessi operata dal Codice dei contratti pubblici si è registrato un progressivo indebolimento delle garanzie amministrative poste a presidio dell'indipendenza e correttezza dell'agire pubblico".

Pnrr, la scadenza "incombe e preoccupa l'andamento della spesa"

 L'Anac ha poi osservato che la scadenza del Pnrr "incombe". E, nonostante l'accelerazione impressa negli ultimi mesi, "preoccupa l'andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate, secondo i dati della Corte dei Conti. "Dobbiamo prepararci a un'inevitabile contrazione nell'avvio di nuove procedure. Già nel 2024, su un totale di oltre 270 miliardi di importo complessivo, si rileva una flessione del mercato dei contratti pubblici rispetto al 2023, con un calo più rilevante nei lavori, che registrano una riduzione del 38,9%".

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