Il suolo non solo garantisce la produzione alimentare, ma ha un ruolo chiave per gli ecosistemi, la biodiversità, il clima e ovviamente per la popolazione. Ma minacce come inquinamento e consumo eccessivo sono sempre maggiori
di Redazione E-Planet© Getty
Sentire la terra sotto i piedi è ciò che ci ricorda che va tutto bene. Il mondo è al suo posto, l’esistenza scorre come al solito.
Diamo per scontato ciò su cui camminiamo, su cui trascorriamo le nostre giornate. Ci preoccupiamo – giustamente - della qualità dell’aria, dei mari, delle foreste, di ciò che vediamo davanti e attorno a noi. Senza rendercene conto, però, ci dimentichiamo della salute di ciò che si nasconde ai nostri occhi.
Eppure, lo strato che ricopre la superficie terrestre è ciò che rende possibile la vita. Solo per ricordare un dato, il 95% del nostro cibo proviene dal suolo.
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Il suolo ha un ruolo fondamentale nell’equilibrio del Pianeta e in vista della Giornata Mondiale del 5 dicembre proviamo a ricordare quanto sia importante e soprattutto quanto sia danneggiato, anche nel nostro Paese.
Il suolo non solo garantisce la produzione alimentare, ma ha un ruolo chiave per gli ecosistemi, la biodiversità, il clima e ovviamente per la popolazione. Il terreno regola le temperature, assorbe l’acqua piovana, immagazzina carbonio. Ma le minacce alla sua salute sono sempre maggiori.
Urbanizzazione, inquinamento, alte temperature e siccità hanno intaccato violentemente il suolo in tutto il mondo. Ben il 33% dei suoli è degradato. Solo in Italia, secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), lo è circa il 28%. Questo significa che il terreno riduce o in alcuni casi perde del tutto la sua capacità produttiva. A pagarne le conseguenze ad esempio sono le piante, che perdono la loro vitale fornitura di nutrienti.
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Senza parlare del consumo di suolo. Sempre secondo l’ISPRA, nel 2024 in Italia sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 km2, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Il valore più alto dell’ultimo decennio. In 15 regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, con dati massimi in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%).
Prosegue anche l’impermeabilizzazione lungo le fasce costiere, dove la percentuale di suolo consumato nei primi 300 metri dal mare è più del triplo del resto del territorio nazionale (22,9%), delle pianure (11,4%), e dei fondi valle e delle aree agricole. Diminuisce anche la disponibilità di verde in città: lo scorso anno ha registrato una perdita di oltre 3.750 ettari di aree naturali.
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A fronte di poco più di 5 km² restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati.
Cosa comporta tutto questo? Le nostre città diventano più vulnerabili. Sigillato dal cemento, il suolo perde le sue funzioni naturali e diventa esposto ad alluvioni, surriscaldamento, inquinamento.
Per questo la Giornata Mondiale del Suolo non è un appuntamento simbolico, bensì un importante promemoria. Garantire la salute di ogni tassello nell’equilibrio del Pianeta significa prenderci cura della nostra stessa vita.