L’essere umano osserva le nuvole per capire quando e come pioverà e non solo. Hanno anche un ruolo fondamentale nel proteggere il Pianeta. Ma a livello scientifico cosa sono, come funzionano? Lo abbiamo chiesto a un fisico delle nubi
di Sara Del Dot© Unsplash
“I famosi proverbi ‘rosso di sera, bel tempo si spera, cielo a pecorelle, acqua a catinelle’ sono frutto dell'osservazione del cielo da parte dell'uomo. Per esempio, il contadino è sempre stato una persona molto attenta a quello che succedeva in atmosfera perché si riverberava automaticamente sul suo lavoro”.
Sono lassù, sempre in movimento. Da piccoli le osserviamo immaginando figure per gioco, ma sono anche una preziosa fonte di informazioni su meteo e clima. L’essere umano osserva le nuvole, per capire quando e come pioverà e non solo. Ma a livello scientifico cosa sono, come funzionano? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Levizzani - Fisico delle nubi del CNR:
“Sono degli aggregati, quindi degli insiemi di idrometeore. Cosa sono le idrometeore? Idro ci richiama l'acqua ovviamente, meteore indica qualcosa che sta in alto. Goccioline, gocce di pioggia, cristalli di ghiaccio, chicchi di grandine e un sacco d'altra roba”.
“Perché stanno sospese? Perché le nubi normalmente sono originate dalla salita di aria calda e umida sotto l'azione del riscaldamento solare e l'aria calda e umida sale con una certa pressione, quindi c'è una velocità verticale che tiene sospese queste nubi, perché non sono leggerissime come possono sembrare. Una grande nube temporalesca può pesare parecchie tonnellate, però viene tenuta sospesa da queste correnti verticali che sono chiamate updraft”.
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"Ma allora come fa a piovere? Le idrometeore di cui ho parlato finché sono molto piccole rimangono sospese, ma a quel punto la forza di gravità prende il sopravvento e la velocità verticale di questa corrente ascensionale non è più sufficiente a tenerle sospese. Allora si trasformano in gocce di pioggia, in fiocchi di neve o in grandine, che è ancora più pesante. Insomma, è una gara continua tra l'aria calda che sale e la forza di gravità che agisce nella direzione opposta, ecco”.
Le nubi hanno però anche un ruolo fondamentale nel proteggere il Pianeta. Con la loro presenza, infatti, sono in grado di regolare le temperature. Ma anche questo equilibrio sta cambiando.
“Le nubi sono anche dei potenti schermi alla radiazione solare. Se pensiamo ad esempio agli stratocumuli marini, questi coprono la maggior parte degli oceani. Sono nubi che stanno a circa 2-3000 metri e hanno uno spessore di circa un migliaio di metri, sono una vera e propria coperta stesa dalla natura sul nostro pianeta per impedire che si scaldi troppo”.
“La brutta notizia è che in questo momento, a causa del riscaldamento globale, queste nubi si stanno assottigliando. Succede che entra più radiazione e quindi c'è un feedback positivo. Cioè aumenta ancora di più la temperatura”.
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In tutto questo, l’uomo interferisce con i loro meccanismi in modo più invasivo di quanto possiamo immaginare.
“C'è un terzo incomodo: le particelle di aerosol. Minutissime particelle sulle quali il vapore acqueo condensa e a quel punto le scioglie e si forma un piccolo velo su questa particella che non è più acqua pura, ma è acqua con una parte di soluto, cioè di particella sciolta. Ecco, anche l'uomo emette particelle - tramite le industrie, il traffico veicolare, i riscaldamenti - queste particelle a un certo punto vengono immesse nel meccanismo di formazione delle nubi e le modificano”.
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“Allora, mentre le particelle provenienti dagli oceani sono molto grandi e formano delle gocce piuttosto grandi che diventano precipitanti in maniera molto rapida, le particelle invece immesse dagli scarichi industriali sono piccolissime”.
“Quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo soppresso il meccanismo di formazione della precipitazione. Ecco cosa fanno gli uomini. Stessa cosa, per esempio, gli incendi delle foreste. Quando diamo fuoco a una foresta non è che facciamo solo un danno alla foresta in quanto tale o alla superficie terrestre. Stiamo modificando anche l'atmosfera perché immettiamo un sacco di particelle che impediscono la formazione della precipitazione. Pensiamo a quello che stiamo facendo”.