Le due nazioni erano intenzionate a fare da palcoscenico per la Conferenza sul clima del 2026 e potrebbero aver trovato una soluzione per essere coinvolte entrambe
di Redazione E-Planet© Getty
Tra le due litiganti…alla fine hanno vinto un po’ entrambe. Dopo lunghe trattative, Turchia e Australia avrebbero trovato un accordo sull’organizzazione della prossima Conferenza sul Clima. Nel 2026, infatti, l’evento dovrebbe essere ospitato nella città turca di Antalya, nel sud-ovest del paese, ma la presidenza spetterà a Chris Bowen, Ministro australiano del Clima. Tutto questo per superare uno stallo che continuava da giorni.
Per l’anno prossimo l’organizzazione della COP spettava al gruppo “Europa occidentale e altri stati”, al cui interno ci sono appunto Turchia e Australia. Entrambe le nazioni erano molto intenzionate a fare da palcoscenico per il più importante evento politico sul clima, in cui si discutono le misure e le regole da adottare per contrastare il riscaldamento globale.
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L’Australia stava lavorando alla sua candidatura già da alcuni anni, puntando molto sul coinvolgimento degli stati insulari del Pacifico. Tuvalu, Papua Nuova Guinea e altri territori sono infatti tra i più colpiti dalle conseguenze del cambiamento climatico, soprattutto dall’innalzamento del mare. Ed è stato proprio il Ministro degli Esteri della Papua Nuova Guinea, Justin Tkatchenko, a criticare la scelta di ospitare la COP31 in Turchia, dichiarando all’Afp: "Siamo tutti scontenti e delusi dal fatto che sia finita in questo modo. […] La conferenza sul clima in questi anni non ha portato a nulla. È solo una fiera di chiacchiere e non riconduce alle loro responsabilità i grandi inquinatori".
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Chris Bowen ha però detto ai giornalisti che questo accordo inedito potrebbe comportare un evento preparatorio su un’isola dell’Oceania.
Dall’altro lato, la Turchia ha iniziato a farsi avanti solo negli ultimi tempi, ricevendo però il sostegno dei paesi europei. Il Paese si è impegnato ad azzerare le sue emissioni nette di gas serra entro il 2053, ma secondo alcuni esperti sarebbe in ritardo sui suoi obiettivi.
L’accordo finale, in ogni caso, sarà votato a Belém entro la fine dei lavori dell’attuale COP30.
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