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Nel solco della tradizione viennese, un evento in cui si intrecciano sogni e consapevolezza. La deb a Tgcom24: “Se ci mettiamo insieme, noi donne siamo forti e non dobbiamo avere paura”
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La Reggia sabauda della Venaria Reale torna a ospitare il Gran Ballo Vienna sul Lago, una serata magica in cui, sabato 22 novembre, trenta giovani debuttanti in abito bianco accompagnate da altrettanti Aspiranti Guardiamarina dell’Accademia Militare di Livorno sfilano tra due ali di pubblico nella Galleria Grande della Reggia, per un magico ballo e una serata da sogno. L’evento, che giunge quest’anno alla sua ventinovesima edizione, coniuga eleganza, arte e solidarietà, con l’intento di sensibilizzare su temi cruciali come la violenza di genere e la parità di opportunità. Il ballo si colloca sulla falsariga degli analoghi esempi viennesi che stanno conoscendo una nuova stagione di successo e si propone come appuntamento che va ben al di là del momento apparente frivolo: la serata è infatti il culmine di una settimana di formazione culturale e sociale sia per le ragazze che per i giovani militari, legata in particolare allo scottante tema della violenza contro le donne.
TRADIZIONE VIENNESE - Anche se, nel nostro Paese, la tradizione dei balli di ispirazione asburgica con fanciulle in fiore e aitanti cadetti in alta uniforme può sembrare un residuo del passato, poco adeguato alla realtà del presente, è bene ricordare che a Vienna la tradizione di questi balli è più viva che mai, con una vera e propria Stagione che comincia ogni anno in autunno e prosegue fino a primavera, in cui i diversi ordini professionali (dai Medici ai Pasticceri) celebrano i loro successi tra balli tradizionali e momenti sfrenati. La serata della Venaria Reale, rispecchia dunque una lunga tradizione e conserva tutti gli elementi di questo rituale, compresa la vivace “Quadriglia di mezzanotte” che coinvolge tutti i presenti e il rigido dress code che prevede lungo abito bianco per le debuttanti, alta uniforme per i cadetti protagonisti delle danze viennesi, abito da sera per le signore e smoking o frac per gli uomini che partecipano alla serata. L’evento ha però anche una forte valenza sociale, con un rinnovato impegno di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, tema al quale sono stati dedicati alcuni incontri di formazione riservati ai giovani protagonisti del ballo; è da notare inoltre che le debuttanti, insieme ai tradizionali abiti bianchi realizzati da Borgese di Torino. indossano ai piedi le scarpette rosse simbolo dell’omonimo movimento internazionale.
UNA TRADIZIONE CHE NON PERDE IL SUO FASCINO – Si potrebbe immaginare che un evento come questo non abbia grande presa sui giovani del Terzo Millennio, ma non è così. Tgcom24 lo ha chiesto a una giovane deb che partecipa al ballo di quest’anno, Anghi Valentina Herrera Quico, italianissima, per quanto il suo nome evochi ascendenti dell’America Latina.
Sei studentessa universitaria, iscritta alla facoltà di medicina e quindi proiettata verso un futuro di scienza. Perché un ballo come quello della Venaria ha tanto fascino?
È una serata di sogno, che porterò sempre con me per tutta la vita. Un momento come quelli di cui ho letto nei libri e che ho visto nelle serie tv, solo che stavolta diventa un’esperienza personale. Una cosa bellissima che non dimenticherò mai, anzi mi piacerebbe che un domani la facesse anche mia figlia, magari indossando lo stesso vestito che porterò io: ho intenzione di conservarlo per lei…
Raccontaci le tue emozioni di questi giorni.
Come ho detto, è come vivere un sogno. Quello che non immaginavo, ed è stato bello scoprire, è che c’è un’organizzazione grandissima intorno alla serata: il fitting per l’abito, il trucco e i capelli, le prove, la comunicazione: sono tantissime le persone che stanno lavorando intorno a noi: non lo immaginavo, o almeno non sapevo che fosse così complesso.
Durante il ballo indosserai le scarpette rosse, simbolo contro la violenza sulle donne. Pensi che sia un gesto utile?
Certamente, tutto è utile, anche un piccolo gesto; anzi, gli orli delle gonne sono stati creati in modo che le scarpette si vedano bene. Sono un elemento che serve a far parlare di questa piaga e a diffondere il messaggio che non bisogna tacere. A me per fortuna non è mai successo niente di simile, ma credo che se mi capitasse non saprei proprio che cosa fare: per questo cercherei subito l’aiuto di mia madre, con la quale ho un legame molto forte, e delle amiche e mi farei supportare innanzi tutto da loro. In momenti del genere, le donne devono aiutarsi a vicenda. Dobbiamo anche insegnare agli uomini ad avere più rispetto per noi: è difficile ma tutte insieme possiamo farcela. Dobbiamo avere coraggio perché tutte insieme noi donne siamo forti.
Le emozioni suscitate dal Gran Ballo durano realmente nel tempo. Ce lo conferma un’altra giovane donna, Alessandra Bruno, che ha debuttato qualche anno fa e che ora fa parte del team dell’evento. “Mi basta sentire la musica del Gran Ballo di apertura per rivivere un mondo di emozioni. Il cuore in gola dietro la porta che sta per aprirsi, la disposizione in fila, la necessità di muoversi in modo coordinato, in cui l’errore di una costringeva tutte, quando si provavano le coreografie, a ricominciare da capo per l'ennesima volta… Ho imparato una certa disciplina, il fatto che ciascuno è legato a tutti gli altri e nessuno può essere lasciato indietro, nonostante i piccoli bisticci con le compagne. In un certo senso è stata una scuola di vita”.
LA SERATA DELLA XXIX EDIZIONE - I fondi raccolti nella serata sono destinati quest'anno al Progetto Alice Onlus, impegnato a promuovere la cultura del rispetto e della parità tra i generi, con attività formative nelle scuole e in contesti sociali. Alla serata partecipano attivamente gli allievi di varie realtà, per arricchire il loro percorso educativo e professionale. I vari aspetti della serata sono curati dagli studenti provenienti da diversi istituti: il trucco delle debuttanti è curato dagli studenti dell'Istituto Italiano di Bellezza; le Scuole Tecniche San Carlo si occupano delle acconciature, il Liceo Passoni cura la sartoria, mentre gli studenti dell’Istituto Alberghiero Maggia di Stresa effettuano il servizio di sala nella cena di gala. L’orchestra che accompagna la serata è la Turin Metropolitan Orchestra, composta da giovani talenti, fondata e diretta da Flavio Mattea.
In occasione della serata viene anche assegnato il Premio Costanzo, istituito nel 2018 per ricordare il Generale Delio Costanzo, uno dei fondatori dell'evento, e dedicato a coloro che si sono distinti nel miglioramento della società italiana, attraverso il loro impegno professionale, sociale e culturale. Quest’anno, il Premio viene conferito a Carlotta Gilli, campionessa mondiale di nuoto paralimpico: con le sue oltre 383 medaglie conquistate e numerosi record mondiali, Carlotta è una delle atlete più decorate a livello internazionale e una delle voci più autorevoli nella promozione dell'inclusione e della valorizzazione delle diversità. Il Premio Costanzo per la sezione stampa viene assegnato invece a Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista Limes.